“Lungo i secoli il Signore ha suscitato persone, esperienze, carismi che sono stati necessari per scuotere la Chiesa da una sorta di ‘torpore’ in cui di volta in volta rischiava di cadere”. Sono le parole pronunciate dal segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo concludendo, lo scorso mese di settembre, i lavori del congresso del Movimento Mondo Migliore per ricordare la figura del fondatore padre Riccardo Lombardi (Napoli, 28 marzo 1908- Rocca di Papa, 14 dicembr4e 1979) : “sono uomini e donne che, rimettendo al centro Cristo, hanno generato una spinta riformatrice nella Chiesa, apportando grandi benefici per la società e la stessa vita delle persone”.
Padre Lombardi è una di “quelle persone la cui vita – ha detto monsignor Russo - rappresenta una parola profetica per la Chiesa e per il mondo contemporaneo” e nel quale “ritroviamo quella novità di vita evangelica che è premessa del grande rinnovamento del Concilio. E come per il Concilio anche quella di padre Lombardi è una profezia che in gran parte si sta ancora compiendo”.
Il gesuita, conosciuto come il “microfono di Dio” si è spento esattamente 40 anni fa, il 14 dicembre 1979 a Rocca di Papa, nei pressi di Roma, in quella che fu la sede storica del Movimento per un Mondo Migliore e dove sono passati, negli anni, diversi vescovi, sacerdoti, laici per ascoltare le sue meditazioni e le sue predicazioni. “Gli tenevo la testa tra le mani – racconta Francesca Demuru, allora Segretaria generale del Movimento nel volume “Verso un Mondo Migliore” edito da Ancora – per aiutarlo a respirare. Mentre moriva – aggiunge – pensavo a tutta la gente del mondo che direttamente o indirettamente è stata raggiunta dal messaggio che Dio aveva messo nel suo cuore, nella sua mente e nella sua vita e, grazie a lui, anche nel cuore, nella mente e nella vita dei membri del Movimento”.
La notizia viene comunicata a tutti i membri del Gruppo con un telegramma. I giornali dettero alla notizia ampio spazio, sottolineando i vari aspetti della personalità poliedrica del gesuita. Due giorni dopo in una lettera più dettagliata la Direzione generale del Movimento scrive che il Fondatore è morto come una “candela che si spegne con un soffio, del tutto consumato per Lui”.
“Signore, perché tutti alla fine vedano che eri Tu, Tu solo, Colui che mi sosteneva e mi ispirava, concedimi la grazia di finire la mia vita nella solitudine, nel silenzio, nell’abbandono totale!”, aveva scritto in una bellissima preghiera nel 1971 padre Lombardi, e così “è stato in realtà”. La salma fu composta prima nella sua stanza al Centro Internazionale e successivamente nella cappella, dove fu vegliata fino ai funerali svoltisi nel pomeriggio del 15 dicembre nella chiesa del Gesù a Roma mentre la salma è sepolta nella cappella dei padri gesuiti nel cimitero del Verano. La celebrazione funebre, affollatissima, fu presieduta dal vescovo di Frascati monsignor Luigi Liverzani e concelebrata da 60 sacerdoti di diversi ordini religiosi e di diverse diocesi.
Una figura poco conosciuta oggi in Italia quella di Lombardi, ma non così nel resto del mondo, specie in America Latina ed in Oceania. Nel centenario della sua nascita, nel 2008, in Papua Nuova Guinea fu ricordato con un’emissione di francobolli. “Riscoprire padre Lombardi nell’incidenza reale che ebbe sulla Chiesa del suo tempo” ha detto lo storico Andrea Riccardi: la storia “dovrebbe fare più spazio a un grande riformatore”. Nato a Napoli il 28 marzo 1908 e ancora giovane gesuita trentenne, infiammò l' Italia dell' immediato dopoguerra con la forza carismatica della sua predicazione sulla necessità di un “mondo migliore”. E il noto “Proclama per un Mondo Migliore” di Papa Pio XII del 10 febbraio 1952 segna una svolta nella sua vita. Pio XII partendo dalla considerazione che “è tutto un mondo che occorre rifare dalle fondamenta, che bisogna trasformare da selvatico in umano, da umano in divino...” auspicava che potessero nascere nuovi apostoli che lui chiamò “araldi di un mondo migliore da Dio voluto” e indicava implicitamente in Lombardi un punto di riferimento perché questo auspicio diventasse un progetto.
Quel progetto è il Movimento da Lui fondato oggi ancora presente in una quarantina di paesi con circa 600 membri attivi. Un uomo molto discusso per le sue idee ma che era impegnato nel rinnovamento della pastorale e delle forme storiche della Chiesa. Le sue “Esercitazioni” per un Mondo Migliore, tenute nella sede di Rocca di Papa, voluta da Pio XII, e diffuse dal gesuita in tutto il mondo attraverso le sue predicazioni, hanno dato il “notevole contributo”, come ricorda oggi il direttore del Gruppo Italiano Silvano Santarelli: “pochi come lui riuscirono ad accendere le masse. Di lui si ricordano le predicazioni oceaniche nelle piazze d' Italia e nel mondo, le conferenze universitarie caratterizzate dalle resse per avvicinarlo e da gente che entrava dalle finestre per sentirlo. E in quel dopoguerra segnato dalla rovina e da altissime tensioni sociali e politiche, il ricordo più memorabile fu forse la sua capacità di suscitare la contrizione del cuore e di ottenere che decine di migliaia di persone si mettessero in ginocchio (in un silenzio impensabile per un numero così alto) a chiedere perdono per le colpe della guerra”.
Dagli anni 70 passò poi ai “progetti pastorali” nell'intento di attuare una transizione dal semplice “predicare” il rinnovamento con le Esercitazioni a quello di attuare “esperienze tipo” che dovevano servire da battistrada nella creazione del modello di Chiesa-comunione voluto dal Concilio stesso. Ecco quindi i progetti per il rinnovamento della parrocchia e le diocesi. Insomma un uomo appassionato al Vangelo e alla Chiesa, che ha lasciato un segno nel Novecento forse più. profondo di quanto si sappia ancora. Continuare il suo spirito, studiare la sua opera e la sua figura, ci aiutano a meglio comprendere questo grande della Chiesa delXX secolo”, ha scritto Riccardi, Non solo un sognatore ma “un contemplativo intensamente attivo” come ha scritto Juan Alonso Vega, uno dei primi rappresentanti del Movimento per un Mondo Migliore, che visse accanto a lui la maggior parte della sua vita.. Un uomo di una vita “spirituale profonda – come scrisse p. Federico Lombardi – ed esigente, di molta preghiera, di una predicazione che scaturiva da lunghi tempi di concentrazione e raccoglimento”.