Testimone del Novecento, parola profetica per la Chiesa e per il mondo contemporaneo. Sono solo alcune delle definizioni pronunciate per descrivere la figura di padre Riccardo Lombardi (1908-1979), a 40 anni dalla morte avvenuta il 14 dicembre 1979. Ieri il Movimento Mondo Migliore, da lui fondato – insieme alla Comunità di Sant’Egidio e al Movimento dei Focolari – ha promosso una Giornata di studio per ricordare il gesuita, «uomo appassionato al Vangelo e alla Chiesa, che ha lasciato – come ha detto Andrea Riccardi citato nel volume Verso un Mondo Migliore. Riccardo Lombardi. Chiesa, Mondo e Regno di Dio (edito da Ancora, ndr) un segno nel Novecento forse più profondo di quanto si sappia ancora». “Lungo i secoli il Signore ha suscitato persone, esperienze, carismi che sono stati necessari per scuotere la Chiesa da una sorta di ‘torpore’ in cui di volta in volta rischiava di cadere”, ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo concludendo i lavori con una liturgia eucaristica nella basilica di Santa Maria in Trastevere: «sono uomini e donne che, rimettendo al centro Cristo, hanno generato una spinta riformatrice nella Chiesa, apportando grandi benefici per la società e la stessa vita delle persone».
Il gesuita è una di “quelle persone la cui vita – ha spiegato monsignor Russo - rappresenta una parola profetica per la Chiesa e per il mondo contemporaneo” e nel quale “ritroviamo quella novità di vita evangelica che è premessa del grande rinnovamento del Concilio. E come per il Concilio anche quella di padre Lombardi è una profezia che in gran parte si sta ancora compiendo”. Un sognatore, padre Lombardi: un uomo che ha basato tutta la sua esistenza sul bisogno di cambiare il mondo costruendone uno nuovo, più giusto e più umano. Era l’idea centrale di tutta la sua vita ispirata al “Mondo Migliore”.
Il convegno, moderato dallo storico Marco Roncalli, ha avuto proprio l’obiettivo di “riscoprire un testimone del Novecento”, come si leggeva nel titolo del Simposio partendo da una rilettura della sua vita e della sua missione durante i pontificati di Papa Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI come ha fatto lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio che ha trattato il tema “Riccardo Lombardi, riforma e profezia”. E del suo impegno in America Latina si è poi soffermato lo storico Gianni La Bella che ha parlato di Lombardi come un “soldato di Cristo”, impegnato “nella battaglia della storia tra il bene e il male, ove si gioca la salvezza e la redenzione di ogni uomo, come di interi popoli. La sua vocazione – ha detto - si radica in quella identificazione totale e radicale con il più essenziale degli insegnamenti ignaziani: la trasformazione del mondo secondo la volontà di Dio”.
Lombardi, “uomo ardente, il cui agire – lungi da limitarsi a mero attivismo – scaturisce da un amore sincero, generoso, incondizionato a Dio e alla Chiesa e da una visione lucida che gli fa scrutare i segni dei tempi. Con la grande capacità comunicativa sua propria contagia le folle”, ha evidenziato Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari raccontando le tappe storiche di un cammino di comunione tra i focolari e il Mondo Migliore di Lombardi. Una amicizia tra questi “due grandi testimoni di Dio” che non verrà meno negli anni della malattia di Lombardi quando, “come segno di una profonda comune riconoscenza i focolarini, ha detto Maria Voce – cercheranno di essergli accanto e portargli sollievo nel momento di grande prova fisica e spirituale a cui Dio lo sottopone, ulteriore segno della grandezza di questo uomo”. L’esigenza di una “spiritualità di comunione” da loro “intuita” e “profeticamente annunciata, con la specificità del carisma di ognuno, si faceva vita contribuendo a preparare, anche nella sofferenza, quell’ecclesiologia di comunione che il Concilio ha annunciato. Il dialogo tra questi due carismi rimane seme per la fioritura di una sempre più profonda comunione tra le varie realtà ecclesiali, che Dio attende da noi nel nostro mondo così lacerato dalla divisione”. E proprio della visione ecclesiologica del gesuita, poco studiata, ha parlato la teologa Serena Noceti: una “visione preziosa per cogliere, in prospettiva nuova la lezione conciliare e la lunga stagione post conciliare e per ricevere, attraverso il tempo, in un contesto ecclesiale e socio culturale radicalmente mutato, orientamenti, criteri e principi di riforma della chiesa dai quali anche oggi non si può prescindere” Una “Chiesa in Movimento” quella di Padre Lombardi, una “costante” del suo pensiero e insieme la sua ecclesiologia è “pensiero in permanente evoluzione e si può coglierne la forza solo con un esame diacronico delle sue opere”.
Il gruppo da lui fondato è intervocazionale e i suoi membri devono esercitarsi insieme per vivere l’universale vocazione all’unità e ad operare unitariamente per il rinnovamento della Chiesa. Questo è avvenuto attraverso le esercitazioni per un mondo migliore. Padre Federico Lombardi, nipote e già direttore della sala Stampa della Santa sede, ha fatto una lettura degli esercizi di Sant’Ignazio e quelle di Riccardo Lombardi, entrambi, ha detto,” appassionati fautori di riforma nella Chiesa e nella vita religiosa del loro tempo” che “non si sono limitati alle parole, hanno cercato di trovare le vie di una pedagogia spirituale per una conversione in profondità delle persone e delle comunità. E’ un’esigenza permanente, perché la riforma non si fermi al livello superficiale della riorganizzazione delle istituzioni e degli organismi, ma raggiunga i cuori e da lì si reisprima trasformando comunità, Chiesa, società, con la forza dello Spirito che tende sempre ad incarnarsi… Perciò, come maestri di pedagogia della conversione, Ignazio e il P. Riccardo hanno anche oggi una parola da dire, una ispirazione da offrire”. Oggi si è aperta una nuova fase nella vita del Gruppo Promotore, con la rivisitazione delle Esercitazioni con modalità nuove e più rispondenti alla mentalità odierna”, come ha spiegato padre Luc Lysy che sta lavorando, insieme ad una commissione della quale fa parte anche il direttore generale del Movimento, padre Ignacio Gonzales Llopis. Una sfida nuova che il Movimento, in assemblea generale a Roma fino a sabato prossimo, fa propria per fedeltà al carisma originario, che vede proprio nelle Esercitazioni il fulcro del suo servizio alla Chiesa e al mondo.