Ancora una strage di cristiani. La Chiesa ancora perseguita, martoriata, offesa. L'orrore stavolta è avvenuto in Pakistan, a Lahore, dove i militanti del gruppo talebano
Jamaat-ul-Ahrar hanno compiuti due attentati suicidi in due chiese nel quartiere cristiano Youhanabad, la chiesa cattolica Saint John e la protestante Christ Church. Il bilancio delle vittime, purtroppo, è solo provvisorio e in continuo aggiornamento: ma si contano più di settanta feriti e una quindicina di morti. Al momento delle esplosioni i due luoghi di culto, che si trovano a mezzo chilometro di distanza l'uno dall'altro, ospitavano moltissimi fedeli radunati per le funzioni religiose domenicali.
Dopo gli attentati una folla di persone è accorsa sul luogo delle esplosioni per protestare a gran voce contro la carenza di protezione da parte delle forze di sicurezza. Due uomini sono stati identificati come due degli attentatori: la folla li ha linciati a morte e poi bruciati.
Lahore è la capitale del Punjab, la provincia più ricca del Pakistan, rappresenta un importante centro culturale e, con i suoi circa 11 milioni di abitanti è tra le prime trenta metropoli del mondo. Nel quartiere Youhanabad, che significa letteralmente "città di San Giovanni", vivono circa 100mila cristiani. La scelta di questo luogo da parte dei talebani è dunque fortemente simbolica: i terroristi hanno voluto colpire il cuore della comunità cristiana in Pakistan, l'insediamento più popoloso, in una città che
è considerata relativamente pacifica e tranquilla rispetto ad altre aree calde del Paese. Il gruppo talebano che ha rivendicato gli attacchi minaccia di ripetere questi orrori finché la sharia, la legge islamica, non sarà affermata in tutto lo Stato.
Per la libertà religiosa i tempi sono sempre più duri in tutto il mondo. In Pakistan le minoranze religiose, in particolare quella cristiana, sono vittime di abusi, intimidazioni, violenze. La famigerata legge contro la blasfemia viene usata come strumento per opprimere chi professa una fede diversa da quella islamica. Lo scorso novembre, dopo l'orrenda uccisione di una coppia di giovani coniugi cristiani arsi vivi nella fornace per mattoni dove lavoravano perché accusati di blasfemia, i cristiani sono scesi in strada per protestare e chiedere al Governo l'abrogazione di questa legge che è una grave violazione dei diritti umani.