Nell'agosto di 400 anni fa veniva eletto papa il cardinale Maffeo Barberini. Il nuovo pontefice aveva 55 anni, assunse il nome di Urbano VIII e regnerà sulla Chiesa cattolica per 21 anni, fino al 1644. L’evento viene celebrato a Roma dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica con una mostra ospitata a Palazzo Barberini: “L’immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini”. Curata da Maurizia Cicconi, Flaminia Gennari Santori e Sebastian Schütze, con il sostegno della Direzione Generali Musei del Ministero della Cultura, la mostra celebra il profilo culturale e politico del pontificato più lungo e rappresentativo del XVII secolo con l’obiettivo di illustrare le modalità attraverso le quali Urbano VIII priilegiò lo strumento dell’egemonia culturale in funzione dell’azione politica e di governo.
“Maffeo Barberini”, spiega Sebastian Schütze, Rettore dell’Università di Vienna, “era un cultore delle lettere e delle arti già prima di diventare pontefice. La sua biblioteca contava 4 mila volumi e mostrava gusti da filologo. Solo in un secondo momento Maffeo scoprì le arti figurative , in cui vide uno strumento favoloso per lavorare sulla sua immagine. In questa operazione giocarono un ruolo fondamentale i suoi nipoti cardinali, Francesco e Antonio, il principe Taddeo Barberini e gli altri cardinali da lui nominati”.
La mostra racconta come il mecenatismo e la promozione delle arti concorsero non solo all’accrescimento del prestigio personale e famigliare, ma anche in modo sostanziale al al potenziamento del governo spirituale e temporale della Chiesa (con tutte le sue degenerazioni, come appunto il nepotismo). Per questa grande operazione di immagine Urbano VIII si avvalse del contributo di artisti come Pietro da Cortona (suo il grandioso affresco sul soffitto del grande salone di Palazzo Barberini) e di Gian Lorenzo Bernini (al quale Urbano VIII affidò la realizzazione del baldacchino della basilica di San Pietro). Urbano VIII e si suoi nipoti, inoltre, fecero realizzare un’arazzeria e una tipografia.
La mostra presenta oltre 80 opere provenienti dalla collezione del muso e da oltre 40 fra istituzioni mussali, collezioni provate italiane e internazionali. Il percorso si articola in dodici sezioni distribuite su due piani. Tra i dipinti spiccano capolavori di Nicolas Poussin come Morte di Germanico (prestato da Minneapolis) e il Martirio di Sant’Erasmo (proveniente dai Musei Vaticani), straordinaria l’ Allegoria di Roma, di Valentin de Boulogne. Dagli Uffizi è stato prestato il Sacrificio di Isacco, opera di Caravaggio. Emozionante anche il San Sebastiano gettato nella cloaca Maxima , di Ludovico Carracci. Gli arazzi realizzati dall’arazzeria Barberini e i loro cartoni preparatori sono esposti sulla parete del grande salone affrescato da Pietro da Cortona. Interessante la parte della mostra dedicata ai libri (compresi i Pomata scritti dallo stesso Maffeo Barberini) e alle opere commissionate dai nipoti del papa e poi inviate come doni diplomatici alle corti europee. Un grande dipinto di Pietro Gagliardi (Carosello per l’ingresso di Cristina di Svezia) ben rappresenta la dimensione scenografica di Palazzo Barberini, luogo dedicato alle feste, ai concerti e agli spettacoli teatrali. E in occasione della Festa della Musica, il prossimo 21 giugno, è in programma a Palazzo Barberini un concerto di musica barocca, con ingresso incluso nel costo del biglietto.
L’immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini.
Gallerie Nazionali di Arte Antica-Palazzo Barberini, Roma.
dal 18 marzo al 30 luglio 2023