Le sue omelie sono una costante invettiva contro papa Francesco e la Chiesa, presa di mira in nome di una presunta “vera Chiesa” da difendere e di una tradizione da restaurare. In Sicilia sono ben note le posizioni oltranziste di don Alessandro Minutella, parroco della comunità di San Giovanni Bosco, nel quartiere palermitano di Romagnolo. Dopo ripetuti richiami e tentativi di conciliazione, l'arcivescovo del capoluogo siciliano, monsignor Corrado Lorefice, ha chiesto al sacerdote di fare un passo indietro e di lasciare la parrocchia per un periodo di riposo. Una decisione sicuramente sofferta, ma, a quanto pare, inevitabile.
A far riesplodere il caso sono state, ancora una volta, le affermazioni di don Alessandro, amplificate dalla rete. Sì, perché, da sempre il sacerdote fa un uso disinvolto dei social network, pubblicando su Facebook le dirette delle sue celebrazioni, insieme con messaggi dal tono apocalittico, nei quali «resistere» è il verbo chiave. Per avere un'idea basta dare un'occhiata ai titoli delle omelie più recenti: “L'acqua torbida della Neo-Chiesa”, “I danni della falsa spiritualità”, “Abbandono o resistenza”. Contro la Chiesa guidata da Bergoglio, a suo dire corrotta e deviante rispetto alla purezza della dottrina, il parroco ha intrapreso una vera crociata, portata avanti con un'insistenza quasi ossessiva, che sembra travalicare anche le posizioni più conservatrici.
Il punto di non ritorno è stato toccato pochi giorni fa, con una Messa trasmessa in diretta streaming. Ricevuta per lettera la richiesta dell'Arcivescovo di lasciare la parrocchia, don Minutella ha dato sfogo dal pulpito alla sua irruenza, tuonando contro il presule di Palermo, accusato di «una profanazione di migliaia di anime», e annunciando di non voler lasciare il suo posto. In caso di ulteriori provvedimenti «andremo negli scantinati e nelle catacombe». Per il 22 aprile, a Verona, il sacerdote sta organizzando un raduno della sua “vera Chiesa”, un momento di preghiera e «resistenza» (ecco di nuovo questa parola), sul quale chiede la benedizione del papa emerito Benedetto XVI.
Da sempre la Chiesa è un universo di pluralità, capace di trarre alimento anche dai contrasti e dai dissidi. Accadeva tra gli apostoli, è accaduto infinite volte in duemila anni di storia, accade oggi. Le opinioni divergenti sono, ovviamente, legittime, ma ci sono casi limite. Quanto a don Minutella, la contestazione sulla legittimità del pontificato di Francesco non è che un aspetto di una personalità controversa. Il sacerdote afferma, tra l'altro, di essere in diretto contatto con la Vergine Maria e l'arcangelo Michele. Già negli anni passati aveva ricevuto richiami per le sue posizioni eterodosse.
C'è un aspetto, però, che fa riflettere: una figura così discussa, ma a modo suo “carismatica” come quella di don Alessandro esercita un forte potere attrattivo su una parte dei fedeli, sarà forse per l'infaticabile verve oratoria e per il fervore con cui porta avanti le sue posizioni (comprese le più discutibili), o sarà perché, in tempi di grande smarrimento, la retorica del “puro” contro i “corrotti” può apparire un baluardo dietro cui difendersi. Un baluardo o un paravento? Il risultato, comunque, è una comunità spaccata. La piazza fisica e quella, sconfinata, del web si dividono. Non mancano le voci che sostengono con veemenza il parroco.
Solidarietà e vicinanza a monsignor Lorefice arrivano invece dal Consiglio Pastorale Diocesano che, in una nota, «manifesta profonda amarezza e dolore per le ultime scelte ed esternazioni del parroco Don Alessandro Minutella» ed esprime al presule la sua gratitudine «per la saggezza della sua umana e paterna guida pastorale». Martedì sera, nella cattedrale dell'Assunta, si è tenuta una veglia di preghiera, con adorazione eucaristica, per l'unità della chiesa palermitana.