Maria Quarracino. Nella foto in alto, Maria Rosaria Guglielmelli
Era solito passare le estati nel Cilento, andare al mare a Palinuro e giocare con i suoi coetanei. Carlo Acutis, sino a pochi giorni dalla morte, era in questo lembo della provincia di Salerno, dove il mare cristallino si intravede dagli oliveti a strapiombo sulla costa. Lo ricorda la signora Bice Lamanna, che spesso si intratteneva a parla con Antonia, la mamma, assieme al marito, il dottore Enzo, coetanea e madre di questo ragazzino che amava fermarsi a pregare in chiesa. Hanno negli occhi quella volta che Antonia li chiamò per la febbre di Carlo. La donna disse che sarebbero partiti il giorno seguente. Dopo quella volta Carlo non tornò più, era voltato in cielo.
Quel ragazzo che giocava nella piazzetta del Rosario, come ricorda la signora Maria Quarracino (cugina del cardinale di Buenos Aires Quarracino che ordinò vescovo il futuro papa Bergoglio), è beato e riposa ad Assisi. “Giocavano davanti casa mia, sotto il campanile – spiega la signora -. Abitava vicino a noi, poi prendeva il vicolo e sbucava in chiesa”. Lo ha ancora negli occhi Maria Rosaria Guglielmelli, per tanti anni ha lavorato a casa degli Acutis, una persona di fiducia che aiutava la nonna di Carlo nelle faccende domestiche. “Mi diceva che bisognava pregare, andare in chiesa e che era felice se lo accompagnavo”. Un ragazzo unico, amante della preghiera e di riflessioni profonde”.
Affiorano ricordi di quando la famiglia si recava al mare al Lido Miseo, un gruppo guidato dalla nonna Luana, una donna alta, bella, slanciata, e al nonno Antonio, originario di Centola. Nel paese a ridosso del mare cilentano, gli Acutis trascorrevano le vacanze. E dal Cilento sono andati in pellegrinaggio nella città di san Francesco, dove il corpo di Carlo adesso è presente, per la beatificazione un anno fa.
Carlo studiava inglese, giocava, andava al mare e, ogni giorno pregava. Si recava non lontano da Centola, a San Mauro La Bruca, pochi chilometri tra tortuose strade interne, per visitare il santuario eucaristico. Qui era avvenuto un prodigio: delle ostie, cadute durante un furto avvenuto nel 1969, erano state raccolte dal parroco e conservate in una teca. Le particole erano ancora incorrotte, nonostante fossero passati più di 50 anni, e il ragazzo riccioluto aveva inserito questo episodio nella raccolta dei miracoli eucaristici, una mostra che ancora gira il mondo.
Questo era Carlo, un giovanissimo amante del silenzio, della contemplazione, capace di essere vicino ai coetanei e guidare gli adulti, a partire dalla mamma, alla preghiera. “Vedere un bambino di 6, 7 anni che viene da solo a messa, a volte anche nei giorni feriali, non mi era mai capitato”. Don Salvatore Monterosso, parroco a Centola dal 1999 al 2001, ricorda bene il piccolo Carlo. “Ricciolino e senza timore, veniva spesso solo e si fermava a pregare: incredibile”. Il prete cilentano, adesso in altre parrocchie, non ha dimenticato Carlo, da quando lo ebbe come piccolo fedele.
“Due settimane fa ho accompagnato i parrocchiani di Vallo Scalo e Santa Barbara a pregare sulla sua tomba. Siamo stati ad Assisi, meta oramai fissa da quando la pandemia ci lascia viaggiare”, confessa. Anche le comunità cilentane di San Nicola a Perito, la Parrocchia della Natività della Vergine Maria a Roccadaspide, e San Pietro e Paolo ad Agropoli, organizzano incontri di meditazione il 12 ottobre. Non lontano da Centola, sul sacro monte di Novi Velia e a Santa Maria delle Grazie, a Vallo della Lucania, il ragazzo dal sorriso dolce si fermava a pregare. Sono due chiese dedicate alla Madonna, la prima sul monte a 1700 metri, dove da secoli arrivano pellegrini da tutto il sud, la seconda nel centro di Vallo della Lucania.
Il Santuario vallese conserva le reliquie donate al parroco don Aniello Adinolfi che ha messo in bella mostra la foto di Carlo sull’altare. Ricorda quel bambino che amava le dorate spiagge di Palinuro dove con la famiglia ha trascorso tante estati e che ora è pregato nelle chiese di tutto il mondo.