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Paolo VI e Athenagoras, un incontro che costò fatica

25/01/2014  Il Papa e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli si videro la sera del 5 gennaio 1964, a Gerusalemme. L'indomani Paolo VI rese la visita ad Athengoras. Si chiudeva quasi un millennio di scomuniche e d'incomunicabilità. Era una svolta. Un momento commovente. Storico.

«Quel giorno nasceva l’ecumenismo di popolo». Valeria Martano, autrice di una corposa biografia su Athenagoras (Il Mulino) è stata in Terra Santa con una delegazione internazionale di Sant’Egidio per ricordare il 5 e il 6 gennaio 1964, i giorni dell’abbraccio tra Paolo VI e Athenagoras, il patriarca ecumenico di Costantinopoli. «Dopo essere usciti dalla liturgia dell’Epifania a Betlemme abbiamo avuto la notizia della visita di papa Francesco. Accolta con molta attesa e molte speranze».

Valeria Martano spiega che non fu facile arrivare a compiere quel gesto, cinquant’anni fa: «Oggi si è creata una consuetudine tra le comunità di diverse denominazioni, ma il riconoscersi fratelli, l’abbraccio tra Paolo VI e Athenagoras erano costati un gran lavoro, una grande fatica, un grande cammino. Si veniva da una enorme distanza. E Paolo VI capì che solo lì, a Gerusalemme, tornando alle origini del Vangelo, si poteva lavorare per l’unità».

La Martano ricorda anche che era la prima volta che un Papa usciva dai confini d’Italia «ed è significativo che papa Francesco, nel primo viaggio all’estero, se si eccettua la Gmg che però era già in programma, scelga di andare sulle orme di Paolo VI. Anche lui torna alle origini del Vangelo, alla croce, al sepolcro dove pregherà con i capi cristiani. Un pellegrinaggio di preghiera che ha come scopol’unità. L’incontro al sepolcro con tutti i rappresentanti delle denominazioni cristiane è come il compimento dell'abbraccio con Athenagoras».

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