Forse la canonizzazione arriverà già il prossimo ottobre durante il Sinodo dei giovani. Martedì, infatti, papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le cause dei Santi a promulgare i decreti riguardante il miracolo attribuito all'intercessione di Paolo VI, pontefice dal 1963 al 1978, beatificato il 19 ottobre 2014, autore dell’enciclica Humanae vitae di cui quest’anno ricorre il 50° anniversario.
I vescovi e i cardinali della Congregazione per le cause dei santi avevano già approvato all’unanimità il riconoscimento del miracolo.
Come già avvenne per la beaticazione, il miracolo che porterà alla canonizzazione del Papa bresciano riguarda la guarigione di una bambina non ancora nata, al quinto mese di gestazione. Un caso studiato dalla postulazione della causa nel 2014. La mamma, originaria della provincia di Verona, stava portando avanti una gravidanza difficile ed era a rischio di aborto per una patologia che avrebbe potuto compromettere la vita del feto e della madre.
«Il 23 settembre del 2014», come si legge sul sito del settimanale diocesano di Brescia La Voce del Popolo, «Vanna Pironato di 35 anni, già mamma di un maschietto di 5 anni e in attesa di un secondo glio, alla 13esima settimana di gestazione viene ricoverata in ospedale per una minaccia di aborto, dovuta alla rottura prematura della placenta. Durante il ricovero, si legge nella documentazione messa a punto dai postulatori della causa, la situazione non migliora e i medici non nascondono la loro preoccupazione alla futura mamma: la sua gravidanza è a rischio. Nonostante l’aggravarsi della situazione e il discreto consiglio di prendere in considerazione un aborto terapeutico, Vanna Pironato e il marito decidono di portare avanti la gravidanza».
È un’amica della coppia a suggerire di affidare la maternità all’intercessione di Paolo VI che sarebbe stato beatificato di lì a poco, il 19 ottobre, proprio in virtù di un miracolo operato su un feto. Il 29 ottobre Vanna e il marito si recano in pellegrinaggio al santuario di Santa Maria delle Grazie a Brescia, per pregare il beato Montini in uno dei luoghi a lui più cari.
Dal giorno del pellegrinaggio la coppia invoca quotidianamente l’intercessione di Paolo VI e parallelamente, attraverso il ricovero in diverse strutture ospedaliere, tiene sotto controllo la gravidanza che prosegue con una costante perdita di liquido amniotico.
La situazione va avanti tra notizie più o meno preoccupanti e la somministrazione di terapie, descritte in modo dettagliato dai postulatori, sino alle 4.05 del 25 dicembre, quando Vanna Pironato viene ricoverata con i sintomi del parto imminente.
Poco più di due ore dopo, alla 26esima settimana di gestazione, dà alla luce, con un parto prematuro e in presentazione podalica, la piccola Amanda Maria Paola. Trasferita immediatamente in un reparto di terapia intensiva neonatale, la piccola viene sottoposta a tutte le cure necessarie. Dopo due giorni, stabilizzata, viene portata in un reparto di patologia neonatale per la prosecuzione delle cure. Quasi quattro mesi dopo lascia l’ospedale in buone condizioni di salute. Condizioni che perdurano tutt’oggi.
Il caso è stato analizzato dalla Congregazione per le cause dei santi. L’inspiegabilità della guarigione era stata dichiarata l’anno scorso dalla Consulta medica del dicastero e quindi analizzata e approvata dai teologi.
Anche nel miracolo che valse a Montini la beaticazione si verificò una vicenda analoga. I fatti risalgono al 2001 ed ebbero luogo negli Stati Uniti. A causa della rottura della vescica fetale con presenza di liquido nell’addome della madre e assenza di liquido nel sacco amniotico, un feto rischiava la morte quando la gravidanza era ormai giunta al sesto mese. I medici, riconosciuta la gravità della situazione, suggerirono alla madre di abortire. Questa, però, si riutò e su suggerimento di una suora sua conoscente si dedicò alla preghiera. La religiosa le donò un santino di Montini e un frammento dell’abito del Pontece scomparso nell’agosto del 1978.

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