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domenica 03 novembre 2024
 
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Il Papa: "Abbattiamo le montagne della nostra superbia"

10/12/2017  Nella seconda domenica di Avvento Francesco ha esortato ad assumere atteggiamenti di mitezza e di umiltà. Ha poi ricordato il conferimento del Nobel per la pace nella Giornata dell'Onu per i diritti umani e l'impegno della comunità internazionale per la lotta ai cambiamenti climatici.

(Foto Ansa)

L'Avvento è un tempo per riconoscere i vuoti della nostra vita. Lo ha ricordato papa Francesco nell'Angelus. Riprendendo le parole del profeta Isaia, il Pontefice ha esortato ad abbassare tutte le valli, le barriere interiori che rappresentano «tutti i vuoti del nostro comportamento, i peccati di omissione». Un vuoto, continua Francesco, può essere il fatto che non preghiamo o preghiamo poco. E allora l’Avvento può diventare il tempo per rinforzare la preghiera.

Un altro vuoto è «la mancanza di carità verso il prossimo, soprattutto verso le persone più bisognose di aiuto, non solo materiale ma anche spirituale». I monti da spianare di cui parla Isaia sono «orgoglio, superbia, prepotenza». E nel cuore in cui alberga la prepotenza, osserva il Papa, non può entrare Dio, non c'è posto per Gesù.

E allora, dice Francesco nella seconda domenica di Avvento, in questo tempo dobbiamo «assumere atteggiamenti di mitezza e umiltà», senza sgridare, predisponendoci ad ascoltare, per preparare la venuta del Signore. «Quando attendiamo a casa la visita di una persona cara predisponiamo tutto con cura e felicità. allo stesso modo vogliamo predisporci alla venuta del Signore».

Al termine della preghiera dell'Angelus, papa Francesco ha ricordato che oggi, 10 dicembre, viene conferito il Premio Nobel per la pace alla campagna internazionale per abolire le armi nucleari. Tale riconoscimento avviene in coincidenza con la celebrazione della Giornata delle Nazioni Unite per i diritti umani. «Impegnarsi per la tutela della dignità di tutte le persone», ha affermato Francesco, «significa lavorare con determinazione per costruire un mondo senza armi nucleari». E ha aggiunto: «Abbiamo la libertà, l'intelligenza e la capacità di guidare la tecnologia e limitare il nostro potere al servizio della pace».

Il Pontefice ha voluto ricordare anche l'impegno per combattere i cambiamenti climatici, causa di desertificazione, siccità e di disastri ambientali che mettono in ginocchio tante popolazioni del mondo. A questo proposito il Santo Padre ha ricordato lo svolgimento il prossimo 12 dicembre a Parigi di "Our planet summit", il vertice sul clima al quale sono chiamati a partecipare cento leader mondiali, sotto l'egida del presidente francese Emmanuel Macron, in occasione del secondo anniversario dello storico accordo di Parigi sul clima del 2015. Per il summit il capo di Stato francese ha lanciato il titolo "Make our planet great again" (rendere il nostro pianeta di nuovo grande), riprendendo e modificando in chiave ecologica lo slogan di Donald Trump "Make America great again", dopo l'uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima. Il vertice, organizzato insieme all'Onu e alla Banca mondiale, mira in particolare a definire forme di finanziamento pubblico e privato a sostegno della lotta al cambiamento climatico. Saranno presenti circa duemila partecipanti: fra questi non è previsto il presidente americano.

Sottolineando l'importanza cruciale dell'impegno internazionale sul clima e sull'ambiente, papa Francesco ha espresso la sua vicinanza alle popolazioni indiane colpite dal ciclone Ockhi, in particolare alle famiglie dei 117 pescatori dispersi in mare al largo delle coste degli Stati di Tamil Nadu e Kerala. Un pensiero anche per le popolazioni dell’ Albania, duramente provate nei giorni scorsi dalle disastrose inondazioni provocate da una fortissima ondata di maltempo. L'acqua ha sommerso 10mila ettari di terreni agricoli e 3.300 abitazioni. Quasi 600 sono le famiglie sfollate.

 

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