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domenica 15 settembre 2024
 
Chiesa e famiglia
 

Il Papa ai padri sinodali: «Non abbiate paura di essere audaci»

04/10/2014  Bergoglio alla veglia della Cei invoca un confronto sincero e aperto e spiega che il Sinodo deve trovare strade nuove e carità creativa.

Papa Francesco indica lo spirito e lo stile con il quale avviare i lavori del Sinodo sulla famiglia. Deve essere un Sinodo “audace” e deve intrecciarsi attorno a tre concetti che ne diventano in pratica la chiave: misericordia, pace e carità. Lo fa in quello che è in pratica il primo discorso di Bergoglio al Sinodo, letto in piazza san Pietro alla veglia di preghiera organizzata dalla Conferenza episcopale italiana e alla quale hanno partecipato anche i Padri Sinodali. Ed è a loro che si riferisce il Papa, quando chiede “un confronto sincero, aperto e fraterno, che ci porti a farci carico con responsabilità pastorale degli interrogativi che questo cambiamento d’epoca porta con sé”.


Bergoglio indica la strada della “carità creativa”, quella che ha permesso alla Chiesa di passare attraverso due millenni di storia e continuare a trovare le parole giuste per far parlare il Vangelo agli uomini di ogni tempo. Lo dice con chiarezza: “La storia della Chiesa non ci racconta forse di tante situazione analoghe, che i nostri padri hanno saputo superare con ostinata pazienza e creatività? Bergoglio usa il Concilio come ermeneutica del Sinodo che si avvia lunedì. Sottolinea che il Signore chiede alla Chiesa di “prestare orecchi ai battiti di questo tempo e percepire l’odore degli uomini di oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce”.

Esattamente quello che ha detto il Concilio nella Costituzione pastorale sulla Chiesa Gaudium et spes. E come il Vaticano II il Sinodo deve ascoltare, confrontarsi e fare in modo che il Vangelo resti la misura delle azioni della Chiesa. Bergoglio chiede che lo “sguardo” sul Vangelo e su Gesù sia la verifica del “nostro passo sul terreno delle sfide contemporaneo”. Insomma il Sinodo deve essere un “cammino di discernimento spirituale e pastorale”. Solo così, ripete il Papa, “non faticheremo a tradurre il lavoro del Sinodo in indicazioni e percorsi per la pastorale della persona e delle famiglia”, perché solo tornando “alla fonte dell’esperienza cristiana si aprono strade nuove e possibilità impensate”. L’indicazione di Bergoglio è chiara. Bisogna fare come San Francesco. “Il nostro ascolto e il nostro confronto sulla famiglia, amata con lo sguardo di Cristo, diventeranno un’occasione con cui rinnovare la Chiesa e la società”. Se così non fosse, commenta il Papa, “il nostro edificio resterebbe un castello di carte e i pastori si ridurrebbero a chierici di stato, sulle cui labbra il popolo cercherebbe invano la freschezza e il profumo del Vangelo”.

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