Bari, Puglia
Dalla nostra inviata
Nella libreria evangelica di corso Sonnino i clienti commentano la visita del Papa. «Un’iniziativa importante, anche se non so quanto potrà incidere a livello mondiale», commenta Matteo. «Noi qui in città siamo abituati a dialogare tra noi, Bari ha l’ecumenismo nel dna. Speeriamo che questo messaggio possa essere compreso nel resto d’Italia e del mondo e che possa contribuire a svelenire il clima violento che sempre di più si respira anche nel nostro Paese».
È tutto pronto in città, il palco montato, le prove dei canti andate avanti qusi fino a notte. Sul lungomare, già dalle prime luci dell’alba la gente si è messa in fila per aspettare Francesco, mentre i maxischermi trasmettono le immagini dall’interno della basilica.
Qui, dove sono conservati i resti del santo, ogni anno arrivano almeno 60mila pellegrini dalla Russia. Proprio pochi giorni fa, per celebrare l’anniversario della visita a Mosca delle reliquie di san Nicola, è stato inaugurato il primo volo diretto tra Bari e la capitale russa. Ogni settimana turisti, pellegrini e uomini d’affari faranno la spola tra “Oriente e Occidente” a consacrare un rapporto secolare che qui, da secoli, lega cattolici e ortodossi.
A Bari era già stato, nel 1984 Giovanni Paolo II, che qui accese la lampada uniflamma insieme con il metropolita ortodosso di Myrachrysostomos Kostantinibis e, nel 2005, papa Benedetto XVI durante il Congresso eucaristico.
Per papa Francesco è la terza volta in Puglia nel 2018: è stato infatti già a San Giovanni Rotondo per rendere omaggio a padre Pio e ad Alessano e Molfetta sulle orme di don Tonino Bello.