Ha lasciato all'Africa un'esortazione apostolica che delinea il cammino della Chiesa cattolica nel continente, la sua aspirazione alla pace e alla riconciliazione, la ricerca sofferta della giustizia. Lo ha fatto nel suo viaggio in Benin, il secondo in Africa da quando è stato eletto Pontefice.
Benedetto XVI ha firmato il documento Africae Munus nella basilica di Ouidah. Nelle 135 pagine dell'esortazione il Papa affronta il tema dell'abolizione della pena di morte, denuncia apertamente gli abusi ai quali donne e bambini sono sottoposti, ponendo l'accento sulla terribile piaga dell'Aids, flagello del continente africano, dove si concentra il 70% dei casi.
"Il problema dell'Aids richiede
chiaramente risposte mediche e farmaceutiche, ma queste non
sono sufficienti", si legge nel testo. "Il
problema è più profondo, è un problema etico". Per contrastare il virus dell'Hiv, torna a ribadire il Pontefice, è necessaria una seria educazione alla sessualità, che punti sul rifiuto della promiscuità, sulla fedeltà, sull'astinenza dai rapporti.
La visita papale ha avuto un forte colorito politico-sociale con una profonda attenzione al tema della giustizia: ieri, a Cotonou, la capitale economica del Benin, Benedetto XVI aveva tuonato contro la violenza e contro la corruzione, appellandosi ai potenti d'Africa affinché agiscano con giustizia e non tolgano la speranza alle loro popolazioni. Con un richiamo alla Primavera araba, ricordando la nascita del Sud Sudan: «In questi ultimi
mesi», ha detto il Papa, «molti popoli hanno manifestato il loro desiderio per la
liberta', il loro bisogno di sicurezza materiale, la loro
speranza di vivere in armonia, secondo le esigenze dei
differenti gruppi etnici e delle diverse religioni».
Ha inoltre invitato gli africani a non seguire i movimenti religiosi «che hanno
successo, ma non stabilità». Il riferimento è alle Chiese pentecostali che stanno proliferando in tutto il continente minando la presenza forte della Chiesa cattolica. Il rafforzamento del cattolicesimo in Africa è una sfida fondamentale per il Vaticano: non a caso, come seconda tappa della sua visita, Benedetto XVI ha scelto Ouidah, cuore della ritualità voodoo nel piccolo Paese dell'Africa occidentale e antico porto dal quale gli schiavi neri venivano imbarcati verso l'America.
Praticato da 60 milioni di persone, il voodoo è stato riconosciuto ufficialmente come religione nel 1996 proprio in Benin: qui, l'80% della popolazione - 9 milioni di abitanti - si dichiara cattolica, ma la stragrande maggioranza unisce il cattolicesimo al voodoo, operando una fusione di riti e credenze.