"La
nostra è una Chiesa povera", dice il cardinale Ortega presentando al Papa
i religiosi e le religiose, i sacerdoti e i seminaristi riuniti nella
cattedrale dell'Havana. "Noi che siamo rimasti qui dobbiamo essere
necessariamente poveri. Speriamo che la sua presenza ci incoraggi ad amare questa
nostra povertà bella e feconda e che incoraggi altri missionari di venire da
noi a condividere la gioia di evangelizzare", continua il cardinale.
Il
Papa, entrato in cattedrale dopo un fuori programma per visitare la Chiesa del
sacro cuore di Gesù, costruita dai gesuiti tra il 1914 e il 1923, ascolta
attento. La testimonianza di una suora che lavora all'Età dell'oro, una
struttura sanitaria che ospita 200 malati di encefalopatia, racconta al Papa
del servizio della Chiesa cubana accanto ai più deboli e la sua esperienza personale di giovane suora mandata a dare servizio in mezzo ai malati gravi. "Ho pianto", confessa la suora, ma oggi dico che il posto in cui sono è il più bello e armonioso della mia vita.
Papa Francesco lascia il discorso che aveva preparato per parlare di povertà,
della testimonianza data dalla suora: "Padre fa di me un seguace
della povertà, la sorella ci ha parlato della povertà. Ha parlato un
profeta".
Il
Papa parla della povertà che il mondo nasconde, che non ama, che non vuole
vedere, non per vergogna, ma perché non la ama. E se deve offendere Dio per non
fargli arrivare la voce dei poveri offende Dio, spiega il Papa.
"Cerchiamo sempre di mascherarla", spiega papa Francesco sottolineando
che bisogna essere capaci di amministrare bene le ricchezze, ma non bisogna
farle entrare nel cuore ed esserne schiavi come il giovane ricco.
Il
Papa cita Sant'Ignazio che diceva che "la povertà è il muro e la madre
della vita consacrata, la madre perché genera più fiducia in Dio e il muro
perché protegge da tutta la mondanità. Quante anime generose distrutte, anime
che hanno cominciato bene, ma che sono finite male, mediocri, hanno finito
senza amore perché la ricchezza impoverisce e impoverisce male, toglie il
meglio che abbiamo. Lo spirito di povertà, lo spirito di spoliazione, di
lasciare tutto per seguire Gesù, questo non è qualcosa che invento io, molte
volte appare nel Vangelo", ricorda il Papa.
“Quando
uno comincia a raccogliere denari per assicurarsi il futuro , per assicurare il futuro della propria comunità si chiude e Dio
gli manda un economo disastroso che porta la comunità al fallimento e questa è
una delle migliori benedizioni. Dio vuole la Chiesa povera come ha voluto
povera la nostra santa madre Maria. Amate la povertà come Madre”. Il Papa
ritorna alla testimonianza dell suora che raccontava come i malati, anche se
adulti, vengono chiamati sempre “bambini”, «perché si presentano come bambini,
questa una frase di Gesù che si trova nel protocollo sul quale saremo
giudicati: quello che avete fatto al più piccolo dei fratelli lo avete fatto a
me».
Francesco conclude
invitando i sacerdoti a non avere paura della misericordia, a non trattare male
i peccatori che si avvicinano al confessionale. Li invita a non stancarsi di
perdonare, “se non avete peccati scagliate la pietra, ma solo se non avete
peccati”, insiste. E li esorta: “Non abbiate paura di far fluire attraverso le
vostre braccia la misericordia di Dio”. E ricorda Sant’Ambrogio che diceva: “dove
c’ la misericordia c’è lo spirito di Dio, dove c’è la rigidità ci sono i suoi
ministri”.