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domenica 23 marzo 2025
 
 

Diventare cristiani in età adulta

22/11/2013  Sabato 23 novembre a San Pietro il Papa accoglie 500 uomini e donne dal mondo che hanno deciso di suggellare un cammino di conversione. Le storie e i percorsi di alcuni di loro.

Sono 500. Si tratta di catecumeni, cioè di persone che in età adulta hanno deciso di intraprendere il percorso di fede che porterà al Battesimo. Arrivano da 47 Paesi differenti, in rappresentanza dei cinque continenti. Sabato 23 novembre, alle 16.30, a san Pietro vivono l'incontro  "Pronti a varcare la porta della fede".  Trentacinque candidati al catecumenato sono ricevuti all’ingresso da papa Francesco. Un modo per  rappresentare, anche simbolicamente, quella che i francesi chiamano “entrée en eglise”. A costoro il Santo Padre porrà le domande tradizionali del rito: "Qual è il tuo nome?  Che cosa domandi alla Chiesa di Dio?  E la fede, che cosa ti dona?". Il segno della croce sulla loro fronte e l’accoglienza nella Chiesa diventeranno, così, il segno evidente del cammino che questi giovani intraprendono per giungere un giorno a professare la fede cristiana.

Damdindorj Nasanbat e la moglie Erdenechimeg hanno lasciato la Mongolia 5 anni fa. La loro è una storia di sofferenza ed esclusione finché un giorno, all’ennesima porta a cui hanno bussato, finalmente qualcuno ha aperto. Erano le Figlie della carità di San Vincenzo de Paoli di Torino. «Siamo partiti dalla Mongolia nel 2008, io e mia moglie. Là avevamo un bar e l’attività andava bene finché un giorno non è entrata la mafia». Oggi Damdindorj ha un taglio sul viso lungo dal naso all’orecchio e due dita di una mano tagliate. Non ha voluto cedere al ricatto del pizzo e ad un certo punto non ha potuto fare altro che scappare.

«Prima in Russia, poi in Austria dove è nata mia figlia Chonan che oggi ha 4 anni. E poi, finalmente in Italia. Non conoscevamo nessuno. Giravamo in strada senza trovare nulla. Finché un giorno, su consiglio di una persona, mi sono rivolto alle Figlie della carità di San Vincenzo de Paoli. Lì hanno ospitato mia moglie e mia figlia e tuttora ci danno una mano. Sono entrato in un progetto per rifugiati politici, ho ottenuto i documenti e dal primo dicembre lavorerò come aiutante da un meccanico oltre ad avere la possibilità di vivere in una casa della parrocchia». Lei buddista e lui shaman hanno deciso, così, di iniziare il percorso da catecumeni aiutati dalla Parrocchia Santi Pietro e Paolo e, dopo essersi battezzati, vogliono sposarsi in chiesa. Loro saranno tra i 35 accolti dal Papa. «Il dolore e la sofferenza attraverso cui siamo passati ci hanno spinto a sentire il bisogno del sostegno di qualcuno di forte. Vogliamo conoscere Gesù da vicino e vivere come lui ci ha insegnato».

Giuditta e Andrea Contrucci, 51 e 50 anni, sono di Firenze. Lei , battezzata ortodossa, è figlia di madre protestante e padre ortodosso; lui è figlio di genitori cattolici. Quando 25 anni fa hanno deciso di sposarsi, per semplificare, lo hanno fatto in comune. «Quando, poi, è nato il nostro primo figlio Simone abbiamo chiesto di poterlo battezzare cattolico ma, non essendolo entrambi, il permesso ci è stato negato. E così anche per Sara e Sabrina, due delle nostre tre figlie». Lo scorso anno, però, Giuditta confida questo desiderio a don Francesco Chilleri, sacerdote della parrocchia Santi Iacopo e Filippo di Scarperia e trova la possibilità che cercava. Simone, che oggi ha 21 anni, Sara di 15 e Sabrina di 14 iniziano il percorso di fede e saranno tra i giovani catecumeni che incontreranno il Papa. Serena di 9 anni, la piccola di casa, verrà battezzata con i fratelli ma seguendo un percorso “tradizionale”. E in febbraio, per i 25 anni di matrimonio, Giuditta e Andrea si “sposeranno” nuovamente ma in chiesa. « In vent’anni la situazione è molto cambiata. Il nostro è stato un percorso ecumenico dove le differenze sono state vissute come ricchezza e non come limite o barriera. Volevamo una benedizione per la nostra unione e per la nostra famiglia e, finalmente, la avremo».

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