Nella vita e nella storia di Jorge Mario Bergoglio c’è una data “molto importante”: è il 21 settembre 1953. Il futuro Pontefice aveva 17 anni e quel giorno si festeggiava, in Argentina, il “Giorno dello studente”, «per noi il giorno della primavera – da voi è il giorno dell’autunno». «Prima di andare alla festa, sono passato nella parrocchia dove andavo, ho trovato un prete, che non conoscevo, e ho sentito la necessità di confessarmi», ha raccontato lui stesso durante la veglia di Pentecoste il 18 maggio 2013, pochi mesi dopo la sua elezione sul soglio di Pietro: «questa è stata per me un’esperienza di incontro: ho trovato che qualcuno mi aspettava. Ma non so cosa sia successo, non ricordo, non so proprio perché fosse quel prete là, che non conoscevo, perché avessi sentito questa voglia di confessarmi, ma la verità è che qualcuno m’aspettava. Mi stava aspettando da tempo. Dopo la Confessione ho sentito che qualcosa era cambiato. Io non ero lo stesso. Avevo sentito proprio come una voce, una chiamata: ero convinto che dovessi diventare sacerdote».
Il vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, che è anche segretario del Consiglio dei cardinali, ricordando questo episodio, ha proposto al Papa, per il prossimo 21 settembre, di visitare la sua diocesi e rivivere quel suo «spirituale appuntamento insieme con noi, stante pure la coincidenza col ricordo del 21 settembre 2008 quando Benedetto XVI giunse in San Pancrazio per la Dedicazione del nuovo Altare maggiore e per inaugurare la nuova Cattedra episcopale», spiega il presule in una lettera alla diocesi che viene letta domenica 14 luglio in tutte le celebrazioni: «da allora quella data è il punto di riferimento per celebrare l’anniversario della Dedicazione della nostra Cattedrale, di cui, peraltro, sono stati ultimati i lavori di restauro». Il Papa ha risposto positivamente alla richiesta del presule e giungerà in diocesi, ad Albano Laziale, nel pomeriggio del 21 settembre e presiederà una celebrazione eucaristica.
Bergoglio dovrebbe arrivare in auto percorrendo la strada normale, la via Appia, che da Roma porta ad Albano e andare subito in Cattedrale per salutare i sacerdoti e per una preghiera particolare di ricordo dell’anniversario della dedicazione della Cattedrale. Poi si trasferirà nella piazza antistante, ha detto monsignor Semeraro in una intervista a Vaticannews: «la celebrazione della Santa Messa si terrà a piazza Pia, la piazza principale della città. Su questa piazza si affacciano le ville pontificie. E ci sono anche due realtà. Una è molto cara al Papa, perché si tratta della comunità dei Gesuiti che ospitano la Specola Vaticana. L’altra è quella delle suore Clarisse, monache di clausura, che almeno dalle loro finestre potranno partecipare alla Messa celebrata dal Santo Padre». E poi la data della dedicazione della cattedrale, il 21 settembre 2008, una data «importante – spiega il presule - non soltanto sotto il profilo cronologico, ma anche sotto quello liturgico. In genere nelle chiese molto antiche - quella di Albano è una basilica costantiniana, la ricostruzione risale al IX secolo - si scelgono delle date convenzionali». Quando Papa Benedetto XVI accettò di venire nella cattedrale di Albano per la dedicazione dell’altare della Cattedrale, «abbiamo fatto una risistemazione più organica e liturgicamente accettabile di tutto il presbiterio. Abbiamo fissato come punto di riferimento per l’anniversario della cattedrale proprio la dedicazione dell’altare maggiore fatto da Papa Benedetto».
Molto vicina a Roma la diocesi di Albano comprende 13 comuni con 81 parrocchie e oltre un centinaio i sacerdoti residenti in diocesi. Una diocesi che ha il privilegio di avere nel suo territorio la cittadina di Castel Gandolfo, scelta dal papa Urbano VIII come residenza estiva dei pontefici fino – salvo alcuni periodi - a papa Benedetto XVI che trascorse qui tutte le estati del suo pontificato e dal momento della rinuncia al papato, il 28 febbraio 2013 fino al 2 maggio dello stesso anno prima del trasferimento al Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. L’attuale pontefice, invece, non ha mai abitato a Castel Gandolfo, preferendo restare in Vaticano, a Casa Santa Marta dove risiede abitualmente: tre anni fa ha deciso di aprire al pubblico l'intero complesso delle Ville Pontificie, rendendole un museo. Nel palazzo di Castel Gandolfo morirono nell’ultimo secolo due Pontefici: Pio XII il 9 ottobre 1958 e Paolo VI il 6 agosto 1978.