Si chiama “Servizio dello sviluppo umano integrale” e nasce dall’accorpamento di quattro precedenti dicasteri della Curia romana. Ulteriore passo sulla via della riforma del Governo della Chiesa, il nuovo organismo nascerà ufficialmente il 1° gennaio 2017 e assorbirà quattro Pontifici consigli: Giustizia e Pace, Cor Unum, Pastorale dei migranti e quello per gli operatori sanitari. A presiederlo sarà il cardinale ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson, attuale presidente del Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace.
Ma c’è un ulteriore novità: nel “motu proprio” con cui ha istituito il nuovo dicastero (dal titolo “Humanam progressionem”), papa Francesco ha tenuto per sé la sezione che si occuperà specificamente di profughi e migranti. L’attribuzione è “ad tempus”, cioè temporanea, ma esprime con chiarezza la passione del cuore con cui Francesco segue le sorti sempre più difficili di quelli che sono costretti a lasciare la propria casa e i propri affetti.
Nel documento che istituisce il nuovo dicastero il Papa ricorda che “lo sviluppo integrale dell’uomo alla luce del Vangelo”, che la Chiesa è chiamata a promuovere “in tutto il suo essere e in tutto il suo agire”, si attua “mediante la cura per i beni incommensurabili della giustizia, della pace e della salvaguardia del Creato”. L’organismo, dunque, “sarà particolarmente competente nelle questioni che riguardano le migrazioni, i bisognosi, gli ammalati e gli esclusi, gli emarginati e le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime di qualunque forma di schiavitù e di tortura”.
Per svolgere questi compiti importanti il “Servizio dello sviluppo umano integrale” raccoglierà “notizie e risultati di indagini circa la giustizia e la pace, il progresso dei popoli, la promozione e la tutela della dignità e dei diritti umani” e tutte le altre materie sulle quali si estende la sua competenza, dal commercio di essere umani alla pena di morte, alle guerre e le loro conseguenze sulle popolazioni e sull’ambiente.