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mercoledì 11 settembre 2024
 
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Il Papa: «I ritmi sregolati della festa fanno vittime tra i giovani»

12/08/2015  Francesco dedica l'udienza generale al tema della festa e dice: «L'ingordigia del consumare, che comporta lo spreco», è una sorta di «brutto virus, alla fine siamo più stanchi di prima, nuoce al lavoro vero, consuma la vita». Poi denuncia: «Essere schiavi del lavoro è contro Dio e la dignità umana»

Papa Francesco nell’udienza generale di mercoledì 12 agosto insiste sui drammi che le famiglie sono costrette a vivere tornando a denunciare l’esistenza nel nostro tempi di schiavi, cioè “uomini e donne sfruttate, anche bambini”: “Questo è contro Dio e la dignità della persona umana”. Ha inserito la sua denuncia in una catechesi dedicata al significato della festa. “Il vero tempo della festa sospende il lavoro professionale, ed è sacro, perché ricorda all’uomo e alla donna che sono fatti ad immagine di Dio, il quale non è schiavo del lavoro, ma Signore e dunque anche noi non dobbiamo mai essere schiavi del lavoro, ma signori. C’è un comandamento per questo, un comandamento che riguarda tutti nessuno escluso! E invece sappiamo che ci sono milioni di uomini, donne e addirittura bambini schiavi del lavoro”.

Bergoglio ha anche fatto un riferimento ai giovani morti nelle discoteche: “I ritmi sregolati della festa fanno vittime, spesso giovani”. Invece una festa è “importante”, e la festa non è “la pigrizia di stare in poltrona o l’ebbrezza di una sciocca evasione”. Basta evitare che “l’ideologia del profitto e del consumo” si mangino “anche la festa”, spesso ridotta ad un “affare”. La festa “fa bene”, anzi “è importante fare festa”, perché “è un momento di familiarità nell’ingranaggio della macchina produttiva”. Bergoglio ha denunciato che “l’ossessione del profitto economico e l’efficientismo della tecnica mettono a rischio i ritmi umani della vita”. Per questo, ha rimarcato il Papa il riposo della domenica è essenziale: “Il tempo del riposo, soprattutto quello domenicale, è destinato a noi perché possiamo godere di ciò che non si produce e non si consuma, non si compra e non si vende”.

L’ “ingordigia del consumare” è un “brutto virus” che “comporta lo spreco” e “ci fa ritrovare alla fine più stanchi di prima, nuove al lavoro e consuma la vita”. Da qui il Papa ha tratto la lezione sulle vittime della festa: “I ritmi sregolati della festa fanno vittime, spesso giovani”.

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