“Anche io voglio bene al Papa”. Sarà il titolo del libro di don Primo Mazzolari – pubblicato nel 1942 e subito bollato come sgradito dal Vaticano perché presentava Pio XII in maniera troppo umana – ad accogliere Francesco domani al suo arrivo a Bozzolo.
La visita del Pontefice al paese dove don Primo Mazzolari (1890-1959) fu parroco, e dove sono conservate le sue spoglie, durerà solo un’ora e mezza ma per il piccolo borgo della Bassa pianura Padana è un evento storico. I balconi, le cancellate e gli esercizi commerciali sono addobbati a festa con i colori del Vaticano e per le strade si respira aria di attesa.
Un’attesa raggiante ma allo stesso tempo discreta, potremmo dire in stile “mazzolariano”: quanto l’apostolo della misericordia fu concreto e senza fronzoli nell’impegno pastorale, sociale e politico, tanto oggi i suoi “parrocchiani” attendono Francesco con una trepidazione intensa ma discreta. “Dalla notizia della visita del Santo Padre in poi è stato un crescendo di gioia: ci sentiamo dei privilegiati e dobbiamo dire grazie a don Primo e a papa Francesco”, dice don Gianni Maccalli, parroco di San Pietro apostolo.
I sacerdoti hanno invitato i fedeli a vivere il pellegrinaggio di Francesco “con genuino spirito di fede, non come un’occasione mondana”, e Bozzolo ha risposto con uno stile che sarebbe piaciuto anche alla “tromba dello Spirito Santo”, come lo definì Giovanni XXIII. “Siamo in 4 mila fedeli: tutti, perfino i bambini dell’asilo, si sono preparati all’incontro con il Papa. Assieme alle altre chiese della diocesi abbiamo provveduto a una raccolta fondi per le opere di carità del Pontefice: la generosità con cui hanno risposto i parrocchiani dice tanto del desiderio che abbiamo di incontrare il Santo Padre”.
Mentre in piazza Mazzolari i curiosi che resistono al solleone guardano gli ultimi lavori di sistemazione dei maxi schermi, in oratorio i più di 120 bambini giocano come in una normale giornata di Grest: “Abbiamo pregato per l’arrivo di Francesco e domani lo aspetteremo tutti assieme”, dice don Gabriele Barbieri, vicario parrocchiale.
Domani Francesco atterrerà alle 9 in elicottero al campo sportivo, dove sarà accolto dal vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, e da Giuseppe Torchio, neo sindaco di Bozzolo. In auto chiusa raggiungerà poi la chiesa parrocchiale e, entrato, sosterà alla cappella del Sacro cuore (dove si conserva l’Eucaristia) e si dirigerà verso la tomba di don Mazzolari, in fondo alla navata destra. Qui deporrà un cesto di fiori, portato dai ragazzi della parrocchia, e pregherà davanti alla tomba di marmo chiaro, dove il parroco di Bozzolo è ricordato come semplice sacerdote, e su cui è accesa la lampada benedetta da Paolo VI, che di lui disse “camminava avanti con un passo troppo lungo e spesso noi non gli si poteva tener dietro”. A destra, da aprile, campeggia poi anche una rosa d’argento, e il biglietto autografo di accompagnamento, dono personale di Francesco. Sulla tomba è anche incisa l’invocazione tratta dal libro di Geremia “E io non ho paura, perché seguo te, il Pastore” (Ger 17,14-16), che don Mazzolari trascrisse di suo pugno: sembra di vederlo, il parroco di Bozzolo, imperterrito e pieno di fede mentre si espone per i diritti dei poveri e contro il fascismo senza essere compreso dalla sua Chiesa.
“Preghiamo perché il Papa rinforzi la nostra fede e risvegli il senso di comunità: glielo chiederemo per intercessione di don Primo”, dice ancora don Maccalli. In chiesa circa 450 persone fra clero e fedeli potranno ascoltare le parole del Papa; Francesco si dirigerà poi nello studio di don Primo, una piccola stanza al piano terra nella casa parrocchiale adiacente alla chiesa, dove sono conservati i mobili e il grande tavolo di legno su cui il sacerdote scrisse i suoi libri. La stessa che gli anziani del paese ricordano bene perché, dopo aver bussato, bisognava tendere le orecchie: la voce “grossa” di don Primo si doveva fare largo fra le pigne di libri che lo coprivano fino a nasconderlo.
A Bozzolo sono attese 15 mila persone e l’accesso ai parcheggi sarà governato fin dalle prima luci dell’alba. Per non correre il rischio di rimanere lontani, alcuni hanno già “fatto avere” le loro preghiere a don Primo, annotandole sul libro accanto alla tomba: “Caro don Primo, è da ieri che mi sta capitando un fatto che non mi succedeva da parecchio tempo: mi sono commosso pensando all’amore che hai dato all’umanità”. Sarà anche una visita breve, ma per i “parrocchiani di don Primo” vale una vita intera.