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domenica 13 ottobre 2024
 
ANNIVERSARI
 

«L'esperienza di Dante ci aiuta ad attraversare le nostre selve oscure»

10/10/2020  Papa Francesco ha ricevuto una delegazione dell’arcidiocesi di Ravenna-Cervia, per l’apertura dell’Anno dantesco, nel VII centenario della morte. «La sua risonanza», ha detto Bergoglio, «supera i secoli e anche noi, come ci invitava a fare san Paolo VI, potremo arricchirci dell’esperienza del Sommo Poeta per compiere felicemente il nostro pellegrinaggio nella storia e giungere alla meta sognata e desiderata da ogni uomo: “l’amor che move il sole e l’altre stelle”»

La croce che nel 1965 san Paolo VI donò a Ravenna.
La croce che nel 1965 san Paolo VI donò a Ravenna.

“Arricchirci dell’esperienza di Dante per attraversare le tante selve oscure della nostra terra e compiere felicemente il nostro pellegrinaggio nella storia, per giungere alla meta sognata e desiderata da ogni uomo: ‘l’amor che move il sole e l’altre stelle’”: con questo auspicio papa Francesco ha salutato una delegazione dell’arcidiocesi di Ravenna-Cervia, ricevuta oggi in udienza, in occasione dell’ apertura dell’Anno Dantesco, nel VII centenario della morte. “Queste celebrazioni per il VII centenario della morte del sommo Poeta – ha poi detto il Pontefice, citando parole di Paolo VI – stimolino a rivisitare la sua Commedia così che, resi consapevoli della nostra condizione di esuli, ci lasciamo provocare a quel cammino di conversione ‘dal disordine alla saggezza, dal peccato alla santità, dalla miseria alla felicità, dalla contemplazione terrificante dell’inferno a quella beatificante del paradiso’.

 

Papa Francesco riceve in udienza una delegazione della diocesi di Ravenna-Cervia per l'Anno dantesco. Foto Osservatore Romano/Vatican Media
Papa Francesco riceve in udienza una delegazione della diocesi di Ravenna-Cervia per l'Anno dantesco. Foto Osservatore Romano/Vatican Media

Dante, infatti, ci invita ancora una volta a ritrovare il senso perduto o offuscato del nostro percorso umano”. Nel 1965, in occasione del VII centenario della nascita di Dante, San Paolo VI fece dono a Ravenna di una croce d’oro per la sua tomba che, ha affermato il Papa, “in occasione di questo centenario, tornerà a splendere nel luogo che conserva le spoglie mortali del Poeta. Che possa essere un invito alla speranza, quella speranza di cui Dante è profeta”. Dante, infatti, “ci invita ancora una volta a ritrovare il senso perduto o offuscato del nostro percorso umano” nonostante la sensazione che “questi sette secoli abbiano scavato una distanza incolmabile tra noi, uomini e donne dell’epoca postmoderna e secolarizzata, e lui, straordinario esponente di una stagione aurea della civiltà europea”. “Eppure qualcosa ci dice che non è così” soprattutto “là dove l’allegoria lascia lo spazio al simbolo, dove l’umano traspare più evidente e nudo, dove la passione civile vibra più intensa, dove il fascino del vero, del bello e del bene, il fascino di Dio fa sentire la sua potente attrazione”.

 
 
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