«Perché si dà per scontato che le donne debbano guadagnare meno degli uomini? Dobbiamo diventare più esigenti, come cristiani, nel sostenere il diritto alla eguale retribuzione per eguale lavoro. La disparità è un puro scandalo».
Chi sentendo parole come queste pronunciate da una donna, magari sul palco di una manifestazione per il Primo maggio, sarebbe pronto a tacciarle di femminismo, ci dovrà ripensare, a meno di non sentirsi pronto a dare di “femminista” a Papa Francesco che le ha pronunciate, testualmente, in udienza questa mattina.
Non solo, Papa Francesco, ha prevenuto le repliche di chi tende a imputare alla «emancipazione delle donne» la riduzione del numero di matrimoni, l'aumento delle separazioni e la paura a vivere legami stabili: «Questo argomento - ha detto il Papa - non è valido, questa è una ingiustizia, una forma di maschilismo che sempre vuole dominare la donna, e facciamo la brutta figura che ha fatto Adamo» che a Dio che gli chiede perchè abbia mangiato la mela dice «è lei che me l'ha data, la colpa è sua. La colpa è sempre della donna, povera donna, dobbiamo difendere le donne».
Il primo dei segni prodigiosi - ha ricordato il Papa citando le Nozze di Cana, «Gesù lo compì nel contesto del matrimonio e fu un gesto di grande simpatia per quella famiglia nascente. E Cana ricorda la Genesi, «quando Dio finisce l'opera della creazione e fa il suo capolavoro, il capolavoro di Dio è l'uomo e la donna».
Ha parlato di famiglia, Papa Francesco, di «bellezza del matrimonio cristiano» e ha aggiunto: «Dobbiamo chiedere - sempre a proposito di lavoro - il riconoscimento maternità delle donne e della paternità degli uomini soprattutto a beneficio dei bambini. Dobbiamo valorizzare l’ospitalità della famiglia». Anche quella sul piano della parità: maternità e paternità appunto.