Se le chiese
e le parrocchie hanno le porte chiuse non si devono chiamare chiese, ma musei.
Papa Francesco ammonisce nuovamente circa la forma della Chiesa come “casa
accogliente” secondo lo spirito del Vangelo. Lo fa nel corso della catechesi
generale che dedica alla Chiesa e alla famiglia, specificando che la Chiesa
deve avere “la forma di una famiglia” che accoglie tutti e non quella di una “setta
esclusiva”. Spiega che nella Chiesa c’è Pietro e Giovanni, ma anche “l’affamato
e l’assetato, lo straniero, il perseguitato, la peccatrice e il pubblicano, i
farisei e le folle”. Insomma tutti sono uguali per il Vangelo e tutti devono
essere accolti allo stesso modo, perché così ha fatto Gesù. “E’ una lezione
forte per la Chiesa, i discepoli stessi sono scelti per prendersi cura di
questa assemblea, di questa famiglia di ospiti di Dio”. Bergoglio ha ribadito
che l’alleanza tra famiglia e Chiesa è “cruciale”. Ha sottolineato che “non
importa” se una famiglia “è povera” e “un po’ sgangherata”, perché la Grazia di
Dio dà la forza per affrontare le situazioni. Anche la comunità cristiana deve
fare la sua parte, ha aggiunto il Papa. E ha spiegato che bisogna superare “atteggiamenti
troppo direttivi e tropo funzionali, favorire il dialogo interpersonale e la conoscenza
e la stima reciproca”. Il Papa ha citato
anche una sua riflessione di qualche anno fa riportata in un libro pubblicato
dalla Libreria editrice vaticana: “Contro i centri di potere ideologici,
finanziari e politici, riponiamo le nostre speranze in questi centri dell’amore
evangelizzatori, ricchi di calore umano, basati sulla solidarietà e la
partecipazione e anche sul perdono tra noi”.