Le guerre, anche nella Chiesa, cominciano non “nel campo di battaglia”, ma nel “cuore”, e come ai tempi di Paolo ai Corinti, “invidie, divisioni, incomprensioni e emarginazioni frantumano e smembrano la Chiesa”, invece “di edificarla”. Papa Francesco lo ha detto a braccio all'udienza generale la prima dopo il Sinodo sulla famiglia davanti a circa 45 mila persone: “Questo anche succede ai nostri giorni, ma pensiamo nelle comunità cristiana alcune parrocchie, nei quartieri nostri, quante divisioni, quante invidie, come si spara”.
Bergoglio rifletteva sulla unità della Chiesa, per spiegare il concetto di Chiesa come “corpo di Cristo”, e ha raccomandato ai fedeli di leggere con gli occhi di oggi gli stessi consigli che san Paolo dava ai Corinti, che “in questa lotta tra gli uni e gli altri erano campioni”. Papa Bergoglio dunque ha invitato “anche nella Chiesa a non essere gelosi ma apprezzare doni e qualità dei fratelli, le gelosie, quello ha comprato una macchina e viene una gelosia, questo ha vinto al lotto e viene una gelosia, e questo va bene in questo, un'altra gelosia... e questo fa male, non si deve fare, perché le gelosie crescono, crescono e riempiono il cuore, e un cuore geloso è un cuore acido che invece di sangue sembra che beva aceto, mai è felice, è un cuore che smembra la comunità”. Il Papa si è poi chiesto “cosa devo fare per apprezzare nelle nostre comunità i doni degli altri, dei nostri fratelli, e quando viene la gelosia, perché viene a tutti, siamo peccatori: allora dire 'grazie Signore perché hai dato questo a quella persona, apprezzare le qualità degli altri, farsi vicini e partecipare alla sofferenza degli ultimi e dei più bisognosi, un cuore che sa dire grazie è un cuore nobile, è contento perché sa dire grazie. Vi domando: 'Tutti noi sappiamo dire grazie, sempre, eh?, non sempre, perché l'invidia la gelosia ci frena un po’ ". Poi l'ultimo consiglio di Paolo ai Corinti che papa Francesco ha ricordato ai fedeli: “Noi dobbiamo darci l'uno all'altro, non reputare nessuno superiore agli altri”.
Il Papa ha anche fatto un appello alla Meridiana, la compagnia aerea sarda che ha annunciato molti esuberi: “Per favore, faccio un appello a tutti i responsabili, nessuna famiglia senza lavoro”. Ha detto: “Desidero unirmi alla comunità diocesana di Tempio Ampurias nell'esprimere profonda vicinanza e solidarietà ai dipendenti della Compagnia aerea ‘Meridiana’, che stanno vivendo ore di apprensione per il loro futuro lavorativo”. A questo punto il Papa si è fermato e ha guardato la piazza, dove i lavoratori sventolavano palloncini rossi e ha proseguito: “Auspico vivamente che si possa trovare un'equa soluzione, che tenga conto anzitutto della dignità della persona umana e delle imprescindibili necessità di tante famiglie”.