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domenica 16 febbraio 2025
 
L'ESORTAZIONE
 

Papa Francesco: "Alziamoci, non perdiamoci in lamentele, coltiviamo un sano umorismo"

19/12/2021  Nella quarta domenica di Avvento: il Papa invita i fedeli a ispirarsi all'atteggiamento di Maria che in mezzo ai suoi mille problemi, invece di ripiegarsi su sé stessa, pensa a Elisabetta e a portarle il suo aiuto

«Ricevuto l’annuncio dell’angelo», esordisce il Papa nella sua lettura del Vangelo della quarta domenica di avvento, «la Vergine non rimane in casa, a ripensare all’accaduto e considerare i problemi e gli imprevisti, che certo non mancavano in quel momentp perché poveretta non sapeva cosa fare con questa notizia con la cultura di quell’epoca, non capiva. Al contrario, per prima cosa pensa a chi ha bisogno, invece di essere ripiegata sui suoi problemi: a Elisabetta sua parente, che è avanti negli anni e incinta, una cosa strana miracolosa. Maria si mette in viaggio con generosità, senza lasciarsi intimorire dai disagi del tragitto, rispondendo a un impulso interiore che la chiama a farsi vicina e a dare aiuto. Una lunga strada cholometri e chilometri e non c’era un bus che andava, è dovuta andare a piedi. Maria dona a Elisabetta la gioia di Gesù, la gioia che portava nel cuore e in grembo. Va da lei e proclama i suoi sentimenti poi diventata il Magnificat la preghiera che tutti noi conosciamo. Ma per fare questo la Madonna – dice il testo – “si alzò e andò in fretta” ».

Il papa si sofferma sull’atteggiamento di Maria: “Si alzò e andò. Nell’ultimo tratto del cammino di Avvento lasciamoci guidare da questi due verbi. Alzarsi e camminare in fretta: sono i due movimenti che Maria ha fatto e che invita anche noi a fare in vista del Natale. Anzitutto, alzarsi. Dopo l’annuncio dell’angelo, per la Vergine si profilava un periodo difficile: la sua gravidanza inattesa la esponeva a incomprensioni e anche a pene severe, anche alla lapidazione nella cultura di quel tempo. Immaginiamo quanti pensieri e turbamenti aveva! Tuttavia non si scoraggia, non si abbatte, ma si alza. Non volge lo sguardo in basso, verso i problemi, ma in alto, verso Dio. E non pensa a chi chiedere aiuto, ma a chi portare aiuto. Così è Maria. Lo stesso farà dopo nelle nozze di Cana, c’è un prbema degli altri? Cerca una soluzione, sempre pensa agli altri anche a noi. Impariamo dalla Madonna questo modo di reagire: alzarci, soprattutto quando le difficoltà rischiano di schiacciarci. Alzarci, per non rimanere impantanati nei problemi, sprofondando nell’autocommiserazione e in una tristezza che ci paralizza. Ma perché alzarci? Perché Dio è grande ed è pronto a rialzarci se noi gli tendiamo la mano. Allora gettiamo in Lui i pensieri negativi, le paure che bloccano ogni slancio e impediscono di andare avanti. E poi facciamo come Maria: guardiamoci attorno e cerchiamo qualche persona a cui possiamo essere di aiuto! C’è qualche anziano che conosco a cui posso fare un po’ di compagnia, ognuno pensi, un servizio, una gentilezza, una telefonata? Io mi alzo e do aiuto. Aiutando gli altri, aiuteremo noi stessi a rialzarci dalle difficoltà».

Camminare in fretta, spiega il papa, «Non vuol dire procedere con agitazione, in modo affannato: si tratta invece di condurre le nostre giornate con passo lieto, guardando avanti con fiducia, senza trascinarci di malavoglia, schiavi delle lamentele, rovinano tante vite, uno si mette nel lamento e la vita va giù, sempre alla ricerca di qualcuno da incolpare. Andando verso la casa di Elisabetta, Maria procede con il passo svelto di chi ha il cuore e la vita pieni di Dio, pieni della sua gioia. Allora chiediamoci, per il nostro profitto: com’è il mio “passo”? Sono propositivo oppure mi attardo nella malinconia, nella tristezza? Vado avanti con speranza o mi fermo per piangermi addosso? Se procediamo con il passo stanco dei brontolii e delle chiacchiere, non porteremo Dio a nessuno, soltanto porteremo amarezza. Fa tanto bene, invece, coltivare un sano umorismo, come facevano, ad esempio, San Tommaso Moro o San Filippo Neri. Possiamo chiedere questa grazia del sano umorismo. Non dimentichiamo che il primo atto di carità che possiamo fare al prossimo è offrirgli un volto sereno e sorridente. È portargli la gioia di Gesù, come ha fatto Maria con Elisabetta. La Madre di Dio ci prenda per mano, ci aiuti ad alzarci e a camminare in fretta verso il Natale!».

Al termine della benedizione il Papa come di consueto rivolge il suo pensiero ai pellegrini della piazza san Pietro, piena e soleggiata, e al mond, in particolare «alle popolazioni delle filippine colpite da un forte tifone che il santo nino porti il suo aiuto, il primo aiuto è la preghiera», cui devono seguire «altri aiuti». Saluta poi i pellegrini in piazza, tra loro «il gruppo folcloristico peruviano del villaggio di Chopcca, nel dipartimento di Huancavelica in Perù luogo di provenienza del presepe allestito in questa piazza».

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