Josef Mayr Nusser, laico dirigente dell’Azione Cattolica di Bolzano, arruolato a forza nelle SS nel 1942, si rifiutò di prestare giuramento ad Hitler, spiegando di non sentirsi nazionalsocialista per motivi religiosi. Arrestato a Danzica, dove stava facendo l’addestramento militare nel 1944, processato e condannato a morte come “disfattista” venne caricato su un treno e avviato verso il campo di concentramento di Dachau, insieme ad altro 40 obiettori di coscienza. Ma il treno nella cittadina tedesca di Erlangen si ferma, perché la linea è sotto bombardamento. Josef sta male, ha la dissenteria, la febbre alta. Una delle guardie naziste del treno ex-seminarista ha compassione di lui e lo porta da un medico militare, che lo visita e spiega che non è nulla. Torna sul treno e la notte muore. Lo seppelliscono nel cimitero di Erlanger. Alla fine degli anni Cinquanta le spoglie furono traslate a Stella sull’altopiano del Renon in Alto Adige, dove riposano nella piccola chiesa di San Giuseppe.
Nel 1980 un ex- soldato tedesco che scortava i prigionieri verso Dachau scrisse una lettera alla moglie di Josef Hildegard che si concludeva così: “Josef Mayr Nusser è morto per Cristo, ne sono certo, anche se me ne sono reso conto solo 34 anni dopo. Per quattordici giorni sono convinto di aver vissuto insieme ad un santo”. Nel racconto del militare si dava conto del fatto che nonostante le precarie condizioni di vita in carcere e durante il terribile trasporto verso Dachau Josef divideva il poco cibo con gli altri prigionieri, li esortava a non mollare, infondeva speranza. Furono trovate di lui solo tre cose: un Vangelo, un messale e un rosario. Per anni a Bolzano la figura di Josef finì nell’oblio. Chi aveva giurato ad Hitler convinto di servire la patria lo considerava un traditore e per non dividere ancor di più la delicata convivenza altoatesina venne praticamente dimenticato.
Poi nel 1990 iniziò l’iter della causa di beatificazione che venne aperta tuttavia solo nel 2006. Ma la vicenda di Josef Mayr Nusser non è un caso isolato. Molti altri fecero prevalere la fede cattolica a quella per il nazionalsocialista. Ma sono pochi finora che hanno ricevuto il riconoscimento del martirio. Tra essi c’è Franz Jaegerstaetter, il contadino austriaco che si rifiuto di prestare il servizio militare e per questo fu ghigliottinato, beatificato il 26 ottobre 2007, durante il pontificato di Benedetto XVI. L’anno prima Ratzinger era stato ad Auschwitz dove aveva affermato che i nazisti “volevano uccidere Dio”. Josef Mayr Nusser maturò la sua scelta nell’Azione Cattolica alla metà degli anni Trenta. Insieme all’assistente spirituale don Josef Ferrari, organizzava incontri sull’avanzare dei regimi totalitari in Europa.
Il giorno di Pentecoste del 1936 in un discorso agli iscritti dell’Azione Cattolica sollecitò tutti a lasciarsi guidare solo da Cristo e dal Vangelo. Due anni dopo sul settimanale della Gioventù Cattolica sudtirolese scriveva: “Attorno a noi c’è il buio della miscredenza, dell’indifferenza, del disprezzo, forse della persecuzione”. Nel 1939 con l’accordo tra Hitler e Mussolini ai cittadini dell’Alto Adige venne chiesto di scegliere: o Hitler o il Duce. Quasi il 70 per scelsero Hitler, pochi l’Italia, ma il 18 per cento rifiutò di dichiarare da che parte stava. Tra essi Josef che intanto era entrato tra i partigiani. Spiegava che scegliere significasse “perdere la luce di Cristo”. Lavorava a Bolzano, nel 1942 si sposò con Hildegard ed ebbe un figlio Albert.
Con l’armistizio del 1943 le cose peggiorarono. Ma Josef, pur continuando la sua attività clandestina, non partecipò mai ad azioni militari della resistenza. Nel 1944 Hitler decise di arruolare tutti coloro che nel 1939 aveva deciso per non optare. Il 5 settembre 1944 Josef entrò a forza nelle SS e venne avviato per l’addestramento nella Prussia orientale. Scrisse subito alla moglie dicendo che mai avrebbe pronunciato il giuramento a Hitler. Il 4 ottobre il reparto venne schierato. Josef alzò la mano e chiese di parlare. Il maresciallo incredulo lo ascoltò: “Non posso giurare. Per motivi religiosi”. Poi lo mise per iscritto. Venne arrestato e portato nel carcere di Danzica in attesa del processo.
E’ l’ultimo martire dell’Azione Cattolica, laici cattolici che si opposero ai nazifascisti. Eccone alcuni: Teresio Olivelli, ucciso nel campo di Hersbruck, Gino Pistoni, partigiano, ucciso vicino a Gressoney, Odoardo Focherini, ucciso a Hersbruck beatificato il 15 giugno 2013, Renato Sclarandi, ucciso ad Hammerstein, sottotenente degli alpini ucciso da una fucilata mentre portava le ostie nell’ospedale del campo di concentramento, Gedeone e Flavio Corrà uccisi nel campo di concentramento di Flossemburg, dopo l’arresto da parte dei fascisti. Partigiani cattolici si rifiutarono di togliersi il distintivo dell’Azione Cattolica dalla giacca.