logo san paolo
lunedì 05 giugno 2023
 
udienza generale
 

«Senza l'incontro con il Signore siamo cattolici eleganti, non santi»

29/03/2023  Papa Francesco continua la catechesi sull'evangelizzazione e spiega che Gesù deve entrare nel cuore, non essere tenuto a portata di mano senza che cambi la nostra vita. Non possiamo essere cristiani da maquillage

Papa Francesco parla della conversione di San Paolo. Nell’udienza generale dedicata alla passione per l’evangelizzazione ricorda che lo stesso zelo che Saulo metteva per perseguitare i cristiani lo mette poi, dopo l’incontro con il Signore, per diffondere il Vangelo. San Paolo è il primo testimone di questo ardore per l’evangelizzazione. Prima della conversione aveva zelo per il giudaismo. «Era un uomo zelante per la legge di Mosè, per il giudaismo, dopo la conversione questo zelo continua, ma per Gesù Cristo. Saulo – il primo nome di Paolo – era già zelante, ma Cristo converte il suo zelo: dalla Legge al Vangelo. Il suo slancio prima voleva distruggere la Chiesa, dopo invece la costruisce. Ci possiamo domandare: che cosa è successo? Passa dalla distruzione alla costruzione. Che cosa è cambiato in Paolo? In che senso il suo zelo, il suo slancio per la gloria di Dio è stato trasformato? Cosa è successo?».

Parlando di passione Francesco ricorda le parole di San Tommaso che la definiscono «dal punto di vista morale, né buona né cattiva: il suo uso virtuoso la rende moralmente buona, il peccato la rende cattiva». Ed è quanto succede a Paolo la cui passione viene cambiata. E ciò che cambia Paolo «non è una semplice idea o una convinzione: è stato l’incontro, questa parola, l’incontro, con il Signore risorto che ha trasformato tutto il suo essere. Non dimenticate questo: quello che cambia la vita è l’incontro con il Signore. L’umanità di Paolo, la sua passione per Dio e la sua gloria non viene annientata, ma trasformata, “convertita” dallo Spirito Santo. L’unico che può cambiare il nostro cuore è lo Spirito Santo. E così per ogni aspetto della sua vita». Come accade anche per il pane e il vino che, nell’Eucaristia, diventano Corpo e Sangue di Cristo. «Lo zelo di Paolo rimane», spiega Francesco, «ma diventa lo zelo di Cristo. Cambia il senso, ma lo zelo è lo stesso. Il Signore lo si serve con la nostra umanità, con le nostre prerogative e le nostre caratteristiche, ma ciò che cambia tutto non è un’idea bensì la vita vera e propria, come dice lo stesso Paolo: “Se uno è in Cristo, è una nuova creatura”, ti cambia da dentro, l’incontro con Gesù Cristo ti cambia da dentro, ti fa un’altra persona, “le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove”. Questo è il senso di essere una nuova creatura. Diventare cristiano non è un maquillage che ti cambia la faccia. Cristiani di maquillage non vanno».

Il Papa sottolinea che la passione per il Vangelo non è questione soltanto di studi. «Tu puoi studiare tutto quello che vuoi, studiare la Bibbia e diventare ateo. Abbiamo tanti teologi atei. Studiare serve, ma non genera una nuova vita di grazia. Gli studi, che pure servono, non la generano». E allora il Pontefice invita a pensare: «”Io sono religioso? Io prego? Cerco di seguire i comandamenti? Ma dove è Gesù nella mia vita? Cerco di fare le cose che dice la Chiesa, ma tu parli con Gesù?”. Questa è una cosa che ci manca». Francesco dice che possiamo avere anche avere Gesù, ma un Gesù astratto, un’idea. Ma «se non entra Gesù nella tua vita non puoi cambiare. Questo è successo a Paolo che per questo diceva “l’amore di Gesù ci spinge”. È quello che ci porta avanti. Lo stesso è successo a tutti i santi,  che, quando trovano Gesù, vanno avanti». Paolo, quando entra Gesù in lui fa un cambio radicale. «In lui si verifica una specie di paradosso: infatti, finché lui si ritiene giusto davanti a Dio, allora si sente autorizzato a perseguitare, ad arrestare, anche ad uccidere, come nel caso di Stefano; ma quando, illuminato dal Signore Risorto, scopre di essere stato “un bestemmiatore e un violento”, così dice di se stesso, allora incomincia a essere davvero capace di amare. E questa è la strada. Se ognuno di noi dice: “Ti ringrazio Signore perché faccio le cose buone, ma questa è la strada di autosufficienza, è un cattolico elegante, non santo. Il vero cattolico è quello che riceve Gesù dentro che ti cambia il cuore». Dobbiamo chiederci se Gesù è entrato nel nostro cuore o se lo teniamo soltanto a portata di mano. Chiederci se «mi sono sentito cambiare da Gesù, se mi sono lasciato cambiare. Questo è lo zelo, che quando Gesù entra, viene, ci spinge a fare qualcosa per gli altri. Quando c’è solo l’idea rimane un ideologo. L’idea di Gesù non ti giustifica. Il Signore ci aiuta a incontrare Gesù e che questo Gesù ci cambi la vita e ci aiuti ad aiutare gli altri».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo