Parla con semplicità, il Papa, ai detenuti del carcere di Paliano. Ne incontra 58, tutti collaboratori di giustizia, e, separatamente altri due che sono in regime di isolamento e due affetti da tubercolosi. Lava loro i piedi, come Gesù nell'ultima cena. E ricorda le parole del Vangelo: «Avendo amato i suoi li amò fino alla fine». Francesco insiste: «Dio ama così, fino alla fine, e dà la vita per ognuno di noi e si vanta di questo e vuole questo perché Lui ha amore per noi, amare fino alla fine. E non è facile perché tutti noi siamo peccatori, abbiamo limiti, difetti. Tutti sappiamo amare, ma non siamo come Dio che ama senza guardare le conseguenze, fino alla fine».
Bergoglio ricorda il perché del lavare i piedi, le strade di un tempo senza asflato, la polvere che si accumulava. E il gesto dell'accoglienza a casa dell'ospite, il lavare i piedi dell'altro prima di mangiare. Un lavoro che, però, sottolinea Francesco, «facevano gli schiavi. E Gesù capovolge questo e lo fa Lui, Lui. Simone non voleva farlo, ma Gesù gli spiegò che era così, che Lui è venuto al mondo per servire, per servirci, per farsi schiavo per noi, per dare la vita per noi, per amare fino alla fine».
Il Papa racconta del suo arrivo nel carcere, della folla che lo salutava, di quanti hanno pensato «viene il Papa, il capo della Chiesa». Ricorda che «il capo della Chiesa è Gesù. Il Papa è la figura di Gesù» e spiega che «io vorrei fare lo stesso che Lui ha fatto. In questa cerimonia il parroco lava i piedi ai fedeli, si capovolge, quello che semrba il più grande deve fare il lavoro di schiavo, ma per seminare amore». E infine chiede ai detenuti non di lavarsi davvero i piedi a vicenda, «sarebbe uno scherzo», ma di adottare «il simbolo, la figura. Sì, vi dirò se voi potete fare un aiuto, un servizio al tuo compagno qui in carcere, alla tua compagna fatelo perché questo è amore, questo è come lavare i piedi, è essere servo degli altri. Una volta i discepoli litigavano tra loro su chi fosse il più grande, il più importante e Gesù dice "quello che vuole essere importante deve farsi il più piccolo e il servitore di tutti, questo è quello che ha fatto Dio con noi, ci serve. Noi siamo poveracci, ma lui è grande, lui è buono e ci ama così come siamo. Non è una cerimonia folcrorica, è un gesto per ricordare quello che ha dato Gesù. Dopo di questo, ha preso il pane e ci ha dato il suo corpo, ha preso il vino e ci ha dato il suo sangue. E così è l’amore di Dio. Oggi, pensiamo soltanto all’amore di Dio.ma è un simbolo di quel che ha dato Gesù, dopo questo gesto Gesù ».