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venerdì 11 ottobre 2024
 
 

Giovanni, il Papa nato e morto povero

04/10/2013  Il Teatro Officina apre la stagione rivisitando la figura di papa Roncalli. «È un esercizio spirituale per me pronunciare le sue parole», racconta Massimo De Vita, che lo interpreterà sul palcoscenico.

Massimo De Vita, allievo nel 1957 di Giorgio Strehler, dopo aver volutamente lasciato la relativa tranquillità dei teatri stabili, dal 1973 diviene anima del Teatro Officina di Milano, mosso da profondi intenti sociali e civili. Dopo aver recentemente festeggiato quarant’anni di attività, l’attore si cala nei panni di papa Giovanni XXIII, che il 27 aprile verrà canonizzato, nel cinquantesimo anniversario della morte.

Massimo De Vita ha sempre voluto che il teatro fosse aperto a tutti, tanto da portarlo in giro nelle case di ringhiera e nelle fabbriche, lontano dai riflettori delle grandi ribalte, poiché è sempre stato vicino agli ultimi, come gli immigrati che vivono nel quartiere di viale Padova, facendo sue anche le parole che papa Roncalli dedicava ai poveri. Il 4 ottobre, giornata di san Francesco, il Teatro Officina apre la nuova stagione teatrale con Il suo nome era Giovanni. Storia di un Papa nato e morto povero testo composto da Roberto Carusi riunendo scritti di Angelo Roncalli, per la regia di Antonio Grazioli, in modo che il tema della povertà diventi elemento di unione tra Giovanni XXIII e papa Francesco.

De Vita, emozionato alla vigilia della prima, confida «è un esercizio spirituale per me pronunciare la parole del Papa, anche se in altre occasioni al Teatro Officina avevamo affrontato argomenti religiosi come i testi di Padre Turoldo, o con Una voce per i Vangeli con il cantastorie Antonio Bozzetti o con la rassegna “Un’anomala ricerca di spiritualità". Oggi affronto argomenti impegnativi: la pace e la guerra, la cultura contadina attraverso le autentiche parole del papa tratte dal suo libro Il giornale dell’anima. Emergono anche indirettamente molti richiami alle idee sulla povertà di papa Francesco. Sono in scena con il mio figlio d’arte, Stefano, che è stato mio allievo, e oggi fa l’attore. Amo sottolineare che anche io provengo dalla campagna, rivivendo le origini contadine del papa non ne parlo in modo nostalgico, ma trovando collegamenti con l’attualità poiché mai come oggi il legame con la terra non va dimenticato. Emerge anche la costante preoccupazione di Roncalli per i poveri quando dice per esempio una frase ancora attuale “i poveri sono ancora traditi e soli e dipende anche da noi la loro liberazione!”».

Daniela Airoldi Bianchi, moglie nella vita di Massimo, e colonna portante del teatro, aggiunge: «Abbiamo previsto l’alternarsi di quattro voci, due maschili e due femminili, per evidenziare i momenti chiave della vita del pontefice: la nascita in una famiglia contadina di tredici fratelli che mangiavano solo polenta e il forte legame con la sua terra, le due guerre mondiali, l’esperienza ecumenica durata 27 anni in Bulgaria prima e a Istanbul poi, il rapporto con i russi sui quali egli dice “dobbiamo parlare di pace con quelli che non ci assomigliano”, il Concilio Vaticano II, le encicliche, le visite ai malati e agli carcerati, la grave malattia fino alle parole pronunciate in punto di morte “io sono sereno e tranquillo come un bimbo” pronunciate da Massimo, mostrando la sua fragilità umana, che invece il papa in quel momento non ha rivelato».

Conclude Daniela: «Non volevamo fare certo una fiction televisiva, quindi il nostro spettacolo è giocato su tre piani in modo che le parole siano più efficaci: De Vita recita in mezzo agli spettatori in modo che sembri nell’abbraccio di Piazza San Pietro, sul palcoscenico per le scene in famiglia, mentre sullo sfondo scorrono immagini originali di Giovanni XXIII».

Dove & quando


IL SUO NOME ERA GIOVANNI. Storia di un papa nato e morto povero Testo di Roberto Carusi. Regia di Antonio Grazioli. Con Massimo de Vita, Daniela Airoldi Bianchi, Stefano Grignani, Annalisa Iodice. Produzione Teatro Officina. Al Teatro Officina di Milano dal 4 all’8 ottobre. I

Info: tel. 02.2553200, www.teatroofficina.it

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