La cappella del carcere di Paliano. Foto: Radio Vaticana.
Papa Francesco è atteso per le 16, Ad accoglierlo la direttrice della Casa di reclusione, Nadia Cersosimo, l’Ispettore Capo Vincenzo Verani e il cappellano don Luigi Paoletti. Dall'ingresso del carcere percorre la strada ufficiale e quindi sale la rampa a chiocciola che lo conduce fino alla piazza d’armi dove , stando al programma divuklgato dal sito di Radio Vaticana, viene accolto dal personale in servizio. Dopo il saluto, il Santo Padre si recaà nella sala denominata “Unità d’Italia” realizzata nell'anniversario della nascita della Nazione. Lì è previsto che trovi tutti gli ospiti, 58, tutti collaboratori di giustizia. Altri due detenuti, un uomo e una donna li incontra separatamente perché in regime di isolamento, così come separatamente intende vedere e salutare gli otto ospiti affetti da tubercolosi. E’ stata preparata una sacrestia ad hoc con arredi molto semplici: il Papa celebra nella cappella in cui entra da quella che è stata la Porta Santa del Giubileo della Misericordia.
Gli ospiti non sono nuovi a momenti forti come questi. In passato qui sono venuti i ragazzi del Centro San Lorenzo con la Croce della Gmg e sempre qui ha fatto tappa la Madonna pellegrina e il Giubileo della Misericordia è stato vissuto con grande intensità. Tra i 12 a cui il Papa lava i piedi ci sono tre donne, due ergastolani, un musulmano e un ospite di nazionalità argentina. Gli altri sono tutti italiani. Anche la liturgia viene animata dai detenuti e 4 di loro servono Messa. Tanti i doni preparati per l’occasione, perlopiù prodotti dell’orto biologico, dolci tipici e croci in legno d’ulivo. Le donne hanno confezionato una mantella in lana. Tutto è pronto per quello che da queste parti è considerato il grande evento. L’amministrazione e gli ospiti hanno curato tutti i dettagli e il loro desiderio più grande è quello di abbracciare Papa Francesco e di testimoniare tutta la loro riconoscenza per aver scelto proprio loro: pentiti, pronti ad accogliere la parola di speranza del padre che perdona sempre.
L’istituto di Paliano (provincia di Frosinone, diocesi di Palestrina) è situato su una rocca: era una fortezza di epoca rinascimentale fatta costruire nel 1565 da Marcantonio Colonna, donata nel 1864 allo Stato Pontificio e successivamente passata allo Stato italiano. Il castello è stato lasciato per lunghi periodi in abbandono, si è sempre in attesa di una probabile nuova destinazione, forse anche del passaggio ad altra amministrazione o agli enti locali. Viene utilizzato come carcere dall’800; è stato infatti carcere mandamentale, poi è stato dismesso e in seguito riadattato a carcere all’epoca della lotta armata degli anni 70’e 80’, ospitando detenuti politici e poi quelli di mafia.