Robert Francis Prevost è il nuovo Papa. Poco dopo l’annuncio abbiamo chiesto un commento sulla sua elezione a Stefania Falasca, vaticanista, scrittrice, postulatrice di Giovanni Paolo I.
È il primo papa nordamericano: in tempi trumpiani che cosa significa?
«Non sono certo i natali negli Stati Uniti che devono interessare, non credo sia stato eletto per questo, ma piuttosto per il suo operato in tutto il mondo. E il suo programma è sembrato già chiaro dalle prime parole».
Un messaggio con parole decisive…
«Ponti e pace: sono queste le due parole fondamentali. Nel momento storico che stiamo vivendo, di guerre e conflitti, riferirsi alla pace è un richiamo alla missione e alla figura stessa del Pontefice: “pons” e “facere” vuol proprio dire “costruire ponti”. È questo che un Papa deve fare e il fatto di averlo sottolineato è molto importante».
La scelta del nome Leone e l’essere agostiniano?
«Non conosco il motivo della scelta ma mi ha colpito. Mi sarei aspettata piuttosto il nome di un apostolo, come Giovanni, il prediletto. Sfido chiunque a pensare a un Leone. Ricordiamo che l’ultimo papa Leone è stato quello della Rerum Novarum, della dottrina sociale della Chiesa, quindi c’è un legame con il suo essere stato a lungo in Perù occupandosi di migranti e di tutte le questioni sociali. Poi non so se si riferisse a questo Leone o a Leone Magno, certo è il successore di Leone XIII. Il fatto di essere agostiniano è un valore importante. Dopo un gesuita, ecco un altro Papa che appartiene a un ordine religioso. Sant’Agostino è il primo dei Padri della Chiesa, sintesi tra Oriente e Occidente, colui che insegna come pastore e con un linguaggio da pastore».
E sarà nel solco di Francesco?
«Questo mi pare l’abbia già detto. Anche perché non è questione di continuità: non potrebbe essere altrimenti».
Un’elezione sorprendente, oltre che per il nome, anche per la tempistica…
«La fumata bianca dopo il quarto scrutinio è stata una sorpresa, anche perché i cardinali erano tantissimi e molti non si conoscevano. Inoltre Prevost non era certo in pole position tra i candidati. Credo si sia voluto dare un forte segnale di unità della Chiesa, scompaginando i pronostici mediatici. Inoltre è avvenuto tutto in una data molto importante: oggi si ricorda la Madonna di Pompei».
Da postulatrice di Giovanni Paolo I non le ricorda qualcosa di lui?
«Mi sono lanciata anche io in questo paragone, quando ho sentito che era la quarta votazione. Per deformazione sono subito andata con la mente all’elezione di papa Luciani e a ciò che lui aveva detto».