«Andiamo
avanti tutti insieme il popolo e il Vescovo, grazie per la vostra
compagnia!». Si è conclusa così, con queste parole di Francesco dirette
ai fedeli dalla loggia della basilica
di San Giovanni in Laterano, la lunga giornata dell'insediamento del
Papa sulla cattedra romana. Bergoglio, infatti, ha voluto salutare al
termine del rito svoltosi nella basilica, le migliaia di fedeli che
hanno atteso fin dalla mattina di potere abbracciare
il loro Vescovo. Un saluto breve, informale, con accanto il vicario
Agostino Vallini, ma significativo, ancora una volta, nel suo messaggio.
Quel riferimento al cammino comune del Vescovo e del popolo era del
resto già stato pronunciato al Regina Coeli e ha
fatto da trait d'union fra i due momenti salienti della giornata.
Già
durante la messa del pomeriggio, inoltre, il Papa aveva voluto proporre
un messaggio forte:
Dio, ha detto, ha
sempre accolto, consolato, lavato, amato. Nel giorno in cui si celebra
la Divina misericordia, il Pontefice ha voluto porre al centro della sua omelia
il tema del perdono, della capacità
di Dio di accettare il peccato degli uomini, di guarire l’incredulità
di Tommaso di dare conforto a chi pure si è allontanato da lui.
Papa
Bergoglio è arrivato in auto davanti al Palazzo del Vicariato
intorno alle 17, qui è stato accolto dal cardinale Agostino Vallini
e dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. Subito dopo Francesco ha
scoperto una targa toponomastica posta sulla facciata dell’edificio
del Vicariato dedicata a Karol Wojtyla, sulla quale si legge: "Largo
Beato Giovanni Paolo II - Pontefice dal 1978 al 2005", che è il
nuovo nome di piazza San Giovanni in Laterano. Quindi, a bordo della
jeep, ha raggiunto il sagrato della Basilica dove è accolto dai
canonici. Il vescovo di Roma ha poi concelebrato la messa con i
cardinali Agostino Vallini, Vicario generale del Papa per la diocesi
di Roma e arciprete di San Giovanni in Laterano, e Camillo Ruini, ex vicario generale di Roma, ancora hanno preso parte alla celebrazione
gli altri vescovi della diocesi oltre a una rappresentanza di
parroci.
Quella di oggi pomeriggio è stata un'altra giornata di
folla e di partecipazione popolare intorno al Papa, dopo che già
stamane almeno in 100mila avevano assistito al Regina Coeli in piazza
San Pietro. «Nel
Vangelo di oggi, l’apostolo Tommaso», ha detto il Pontefice, «fa
esperienza proprio della misericordia di Dio, che ha un volto
concreto, quello di Gesù, di Gesù Risorto».
«Tommaso», ha
aggiunto il Papa, «non si fida di ciò che gli dicono gli altri Apostoli: "Abbiamo visto il Signore"; non gli basta la promessa di Gesù,
che aveva annunciato: il terzo giorno risorgerò. Vuole vedere, vuole mettere la sua mano nel segno dei chiodi e
nel costato». «E qual è la reazione di Gesù?», ha proseguito
il Papa. «La pazienza: Gesù non abbandona il testardo Tommaso nella
sua incredulità; gli dona una settimana di tempo, non chiude la
porta, attende». Quindi, «Tommaso riconosce la propria povertà,
la poca fede». «E ricordiamo anche Pietro», ha affermato ancora
il Papa, «per tre volte rinnega Gesù proprio quando doveva essergli
più vicino; e quando tocca il fondo incontra lo sguardo di Gesù
che, con pazienza, senza parole gli dice: "Pietro, non avere paura
della tua debolezza, confida in me"; e Pietro comprende, sente lo
sguardo d'amore di Gesù e piange. Che bello è questo sguardo di
Gesù, quanta tenerezza!».
«Pensiamo
ai due discepoli di Emmaus, il volto triste, un camminare vuoto, senza speranza. Ma Gesù non
li abbandona: percorre insieme la strada, e non solo! Con pazienza
spiega le Scritture che si riferivano a Lui e si ferma a condividere
con loro il pasto». Perché «questo è lo stile di Dio: non è
impaziente come noi, che spesso vogliamo tutto e subito, anche con le
persone. Dio è paziente con noi perché ci ama, e chi ama comprende,
spera, dà fiducia, non abbandona, non taglia i ponti, sa perdonare».
«Ricordiamolo», ha sottolineato il Papa, «nella nostra vita di
cristiani: Dio ci
aspetta sempre, anche quando ci siamo allontanati! Lui non è mai
lontano, e se torniamo a Lui, è pronto ad abbracciarci».
«Quante
proposte mondane sentiamo attorno a noi», ha osservato papa
Bergoglio, «ma lasciamoci afferrare dalla proposta di Dio, la sua è
una carezza di amore. Per
Dio noi non siamo
numeri, siamo importanti, anzi siamo quanto di più importante egli
abbia; anche se peccatori, siamo ciò che gli sta più a cuore». Il
Papa ha poi fatto un’osservazione tratta dalla propria esperienza
di pastore: «Nella mia vita personale ho visto tante volte il volto
misericordioso di Dio, la sua pazienza; ho visto anche in tante
persone il coraggio di entrare nelle piaghe di Gesù dicendogli:
Signore sono qui, accetta la mia povertà, nascondi nelle tue piaghe
il mio peccato, lavalo col tuo sangue. E ho sempre visto che Dio l'ha
fatto, ha accolto, consolato, lavato, amato».
Quindi
la conclusione: «Cari fratelli e sorelle, lasciamoci avvolgere
dalla misericordia di Dio; confidiamo nella sua pazienza che sempre
ci dà tempo; abbiamo il coraggio di tornare nella sua casa, di
dimorare nelle ferite del suo amore, lasciandoci amare da lui, di
incontrare la sua misericordia nei Sacramenti. Sentiremo la sua
tenerezza, tanto bella», ha detto il Pontefice, «sentiremo il suo abbraccio e
saremo anche noi più capaci di misericordia, di pazienza, di
perdono, di amore».