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giovedì 14 novembre 2024
 
Musica
 

Pappano, dialogo con il sacro

19/02/2014  Appuntamento imperdibile il 22, 24 e 25 febbraio: l'Orchestra e il Coro dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia eseguono la "Messa" di Bach, uno dei capolavori della musica religiosa. Un anno fa direttore e orchestra si erano confrontati con la "Passione secondo Matteo".

Nella scorsa stagione, Antonio Pappano, l'Orchestra e il coro di Santa Cecilia si erano confrontati con uno dei massimi capolavori della musica sacra di tutti i tempi, la Passione secondo Matteo di Bach. L'apprezzamento per l'iniziativa e per la sua realizzaione furono unanimi. Un anno dopo, gli stessi protagonisti tornano a misurarsi con un'altra vetta della musica sacra, la Messa in si minore, sempre di Bach. L'imperdibile appuntamento è il 22, il 24 e il 25 febbraio, all'Accademia nazionale di Santa Cecilia.

È ammirevole l'interesse di un grande direttore dei nostri giorni, come Antonio Pappano, per il repertorio sacro. La Messa in si minore di fu composta da Bach nella sua funzione di Kapellmeister. Realizzate in almeno tre momenti distinti (tra il 1733 e gli altimi anni di vita 1747-49), e pubblicate in momenti separati solo a partire dal 1833, dopo ben cento anni dalla loro composizione, le 25 parti che compongono la Messa sono un insieme di elementi diversi che spesso attingono a materiali musicali utilizzati in altre opere, ma che tuttavia manifestano la coerenza delle idee musicali del loro autore.

La dedica del Kyrie e del Gloria iniziali «al principe elettore di Sassonia» che aveva abbracciato il cattolicesimo per motivi politici e il fatto che la Messa sia legata, nell'immaginario comune, alla religione cattolica, hanno alimentato dubbi sulla destinazione dell'opera opera, ma probabilmente essa fu pensata per il culto luterano, che ammetteva anche l'uso del latino.

Antonio Pappano. In alto: mentre dirige l'Orchestra di Santa Cecilia.
Antonio Pappano. In alto: mentre dirige l'Orchestra di Santa Cecilia.

La certezza è che un senso di profonda sacralità pervade ogni pagina di questa immensa composizione, articolata in una studiata alternanza di tecniche e stili moderni e antichi: dal rigoroso contrappunto delle Fughe alle cantabili Arie dei solisti, dal Cantus firmus al Concertante dello stupendo "Et resurrexit".

Accanto al Coro e all'Orchestra dell'Accademia, saranno le voci di Lucy Crowe e Sara Mingardo, Kurt Streit e John Relyea a dare vita, ancora una volta, a questa straordinaria preghiera rivolta dall'uomo a Dio.

 
 
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