Il supermerato kosher sotto assedio dalla polizia francese (foto Lara Pusceddu).
Ci sono gli elicotteri, c'é il balletto delle ambulanze e quella amara sensazione di "déjà vu", ci sono centinaia di poliziotti con equipaggiamento da guerra, sí da guerra, eppure é Parigi, ma chi lo crederebbe oggi?
Ci sono auto col cofano aperto, a mò di scudo, sono stati i poliziotti a consigliarlo a chi transitava lí per caso e si é trovato imprigionato in questo assurdo quadro bellico. C'e un corteo interminabile di camion di CRS, i celerini, che scivolano a piccoli gruppi lungo la massicciata della "peripherique", la tangenziale parigina, per proteggersi da eventuali tiri.
Da due ore, numerose persone sono prese in ostaggio nel supermercato "Ipercacher", una grande drogheria di alimentari kosher sul boulevard de Vincennes, non lontano da Place de la Nation. Il responsabile sarebbe Amedy Coulybaly, 32 anni, forse accompaganto dalla fidanzata Hayat Boumeddiene, 26 anni .
Coulybaly si é già reso responsabile ieri dell'assassinio della poliziotta Clarissa Jean Philippe, 25 anni, originaria della Martinica, abbattuta a sangue freddo ieri a Montrouge. In un primo momento si pensava che il fatto non avesse nulla a che fare con il massacro a Charlie Hebdo, che fosse opera di uno squilibrato.
E invece no, c'entrava eccome. Coulybaly conosce bene i fratelli Kouachi, faceva parte anche lui della filiera jihadista della "bande du XIXème" o "bande des Buttes Chaumont", dal nome del parco nell'est parigino dove i giovani salafisti diventati assassini si ritrovavano.
Ieri il giovane si era volatilizzato nel métro parigino, non se ne avevano più notizie, la prefettura e i media erano concentrati sulla stamperia a Dammartin en Goele, dove i fratelli Kouachi tengono in ostaggio i proprietari ed é in atto un faccia a faccia drammatico coi negoziatori.
Le vie intorno al supermercato kosher di Parigi (foto di Lara Pusceddu).
Gli abitanti di boulevard de Vincennes hanno sentito uno sparo, il grido di un uomo ferito a un braccio, poco dopo i poliziotti hanno cominciato ad affluire, sempre più numerosi e sempre più armati. Dopo un'ora, il terrorista é stato identificato. "Siamo completamente isolati, non possiamo né entrare né uscire dal quartiere, per ora non ci sono stati più spari, ma la tensione é altissima" racconta Lara Pusceddu, italiana, che vive a due passi dal supermercato kosher dove era solita fare la spesa. "Stanno montando una tenda per allestire un'infermeria da campo in caso ci saranno dei feriti" dice. Sembra infatti che gli ostaggi siano più dei cinque annunciati, pare ci siano persone nascoste nel sottosuolo della boutique.
Fuori dalla città, a Dammartin en Goele, nel villaggio di campagna col cuore in gola, molti bambini sono ancora barricati a scuola, le evacuazioni hanno luogo solo adesso, i famigliari degli ostaggi e tutti gli abitanti del piccolo comune a mezz'ora dalla capitale, non lontano dall'aereoporto Charles De Gaulle, sono appesi al filo di speranza fornito dai nagoziatori che di ora in ora cercano di instaurare un dialogo via telefono coi due terroristi.
Nella capitale l'allerta é sempre al massimo, é vietato parcheggiare davanti alle scuole o agli edifici pubblici; le finestre degli asili nido e delle scuole materne, vicino ai disegni dei bambini espongono la scritta sinistra "Alerte attentat".
La sensazione é quella che la Francia intera sia presa in ostaggio. Parigi sperava almeno di avere il tempo per il cordoglio e per il silenzio dopo l'uccisione dei fumettisti di Charlie Hebdo. I terroristi non rispettano nemmeno quello.