Gli scout del gruppo Milano 97 di Milano in Piazza Duomo: tra loro anche dieci lupetti
La Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime della mafia organizzata da Libera si è svolta a Milano per il trentennale della strage di via Palestro, in cui persero la vita cinque persone. Tra i 50.000 manifestanti, stimati dalla questura, moltissimi i giovani. Tra questi anche oltre 500 scout milanesi, dai lupetti ai ventenni membri dei clan, in rappresentanza dei 33 gruppi milanesi dell’Agesci e di quelli della Cngei. Entrambe le associazioni infatti aderiscono a Libera. Tra i partecipanti al corteo che da Corso Venezia è arrivato in Piazza Duomo anche Tarsila Bazzani, 21 anni, capo scout del reparto Tatooine del gruppo Milano 97 e studentessa di Economia. «Come gruppo abbiamo svolto diverse attività sulla legalità durante l’anno. Abbiamo invitato una donna la cui figlia, Marcella Di Levrano, è stata una vittima della Sacra Corona Unita pugliese (che aveva denunciato), a lasciare la sua testimonianza ai ragazzi e poi siamo andati a visitare la cascina di Chiaravalle, il bene più grande della Lombardia confiscato alla mafia. Ora è un centro di accoglienza per donne e bambini migranti e una residenza per anziani. Credo che i giovani di oggi si sentano in particolare coinvolti nella lotta all’illegalità perché più informati di un tempo grazie ai social. Anche a scuola se ne dovrebbe parlare di più, ma non solo ricordando eroi della lotta alla mafia come Falcone e Borsellino, ma parlando di come la mafia è ben lungi dall’essere stata sradicata e anzi è infiltrata in molteplici affari anche al nord. Da sportiva ho scoperto solo dalle parole di don Ciotti che la mafia è coinvolta anche negli appalti per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. E anche nel traffico dei migranti. Ecco, sentendo l’elenco delle oltre 1.000 vittime morte per mano mafiosa mi sono commossa, e ho provato il desiderio di impegnarmi di più nel mio quotidiano per la legalità e sono fiera di aver portato in piazza anche tanti bambini e ragazzi».
Valentino, 18 anni, che frequenta il liceo scientifico sportivo, con il suo clan scout ha svolto durante i mesi scorsi un approfondimento sul gioco di azzardo, in cui è coinvolta anche la mafia (seppur la maggior parte dei proventi vada allo Stato) che gestisce inoltre il giro di scommesse illegali: «Abbiamo sentito un esperto, proposto un questionario ad adulti e ragazzi per capire quanto è conosciuto questo fenomeno e poi organizzato un evento aperto al pubblico sulla ludopatia e il gioco di azzardo che vede coinvolti anche tanti ragazzi. Diciamo che eravamo già un po' preparati al tema della legalità. Sono sceso in piazza altre volte, per esempio durante i Fridays for future, ma questa era una manifestazione diversa dalle altre, più compassata, nessun coro, nessuno schiamazzo, solo le bandiere di Libera. Poi noi scout eravamo nelle prime file, a ridosso dei figli delle vittime. Non era una festa ma una commemorazione». Ma come pensa un diciottenne di poter contribuire nel suo quotidiano alla cultura della legalità?:«Cercando di sradicare l'atteggiamento omertoso vissuto tra i giovani come un valore, perché denunciare chi ha commesso un'azione sbagliata o illegale viene avvertito come un gesto infame. E invece bisognerebbe mettere al primo posto la giustizia comune, non la lealtà a un singolo che sbaglia, anche se è un amico. Credo che per combattere le mafie e l'illegalità tutti noi dobbiamo sviluppare un pensiero collettivo, avere il senso della comunità, pensare che le nostre azioni non ricadono solo su di noi stessi ma anche sugli altri».