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sabato 26 aprile 2025
 
 

Parrocchia di Sant'Anna, la porta della carità

18/09/2015  È una delle due della Santa Sede, situata al confine con lo Stato Italiano. Qui i poveri sono già di casa.

La parrocchia sta sul coonfine. Letteralmente. Di qua l’Italia, di là lo Stato della Città del Vaticano. La parrocchia di Sant’Anna è una porta girevole, Porta Sant’Anna, e lì nella chiesa si inˆlano turisti, pellegrini, poveracci e migranti. Tutti chiedono, tutti avranno. La chiesa è del 1500, progetto del Vignola. La parrocchia l’ha creata nel 1929 Pio XI, che l’ha afˆdata agli Agostiniani.

È l’unica parrocchia del Vaticano con un territorio perché l’altra, San Pietro, retta dall’Arciprete, che ora è il cardinale Angelo Comastri, non ha territorio, ma è parrocchia solo per l’amministrazione dei sacramenti. Parroco di Sant’Anna è padre Bruno Silvestrini. A lui e ai suoi parrocchiani il Papa ha fatto un sorpresa, ma loro non si sono meravigliati. Sono abituati a vivere in frontiera, trincea di accoglienza spirituale e materiale. Così, quando Bergoglio ha annunciato che anche le due parrocchie vaticane accoglieranno i profughi, hanno dovuto solo affrettarsi. In pochi giorni hanno individuato due appartamenti di proprietà della Santa Sede, hanno subito organizzato lavori, hanno messo in moto tutta la macchina per deˆfinire gli aspetti giuridici e tecnici, in collaborazione con le istituzioni del Governatorato e le autorità italiane. E ora attendono le due famiglie di migranti che saranno ospiti della Santa Sede. Sarà l’elemosiniere pontifiˆcio, padre Konrad, quello a cui papa Francesco un giorno consigliò di vendere la scrivania e di essere contento solo quando il conto in banca e le tasche sono vuote perché ha dato tutto ai poveri, a individuarle tra quelle sbarcate a Lampedusa e che hanno ricevuto il permesso di soggiorno con lo status di rifugiato. Sarà il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ma ormai più noto come “il vescovo di Lampedusa”, ad aiutare padre Konrad nella scelta.

Le famiglie avranno una casa e l’assistenza sanitaria vaticana, ma anche l’affetto di un’ accoglienza di qualità. Insieme a padre Bruno e al cardinale Comastri si sono mobilitati molti volontari che normalmente collaborano con le parrocchie. Sono dipendenti vaticani, alcuni in pensione, e fedeli italiani che abitano intorno e normalmente frequentano la parrocchia di Sant’Anna. A Sant’Anna i poveri bussano ogni giorno. Gente che chiede denaro per le bollette o il cibo, gente sola che chiede di poter scambiare quattro chiacchiere con qualcuno, anche malati psichiatrici, a volte, con i quali occorre avere pazienza e amore. Ogni venerdì mattina, fin dall’alba, davanti alla chiesa di Sant’Anna si forma una lunga fila. È il giorno di distribuzione dei pacchi viveri. E ogni venerdì mattina padre Bruno non sa se ce la farà ad aiutare tutti. Ma la carità non viene mai meno, perché la generosità della gente ha le sue vie misteriose. E così sarà anche questa volta. La porta non smette mai di girare.

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