Avevamo proprio bisogno del brio, del sorriso, della voce e degli occhi di Cecilia Bartoli. Dopo le settimane cupe e solitarie del lockdown, con i teatri chiusi e i concerti vietati l’estate italiana ha fatto rivivere la musica con tanti appuntamenti musicali fra Ravenna, Roma, Macerata, Martina Franca, Pesaro, Verona, Torre del Lago e altre località italiane. Ma Cecilia Bartoli, l’artista che porta il nome della santa patrona della musica, era la ciliegina mancante sulla torta.
La ciliegina l’abbiamo assaporata a Ravello, sulla Costiera Amalfitana. Cecilia Bartoli ha scelto la cornice del 68° Ravello Festival per lanciare il suo nuovo show dedicato alle meraviglie della musica barocca, intitolato “What passion cannot music raise”, da un’aria dell’Ode per il giorno di Santa Cecilia, composta da Georg Friedrich Händel nel 1739.
Nell’Auditorium Oscar Niemeyer, con il pubblico distanziato e con la mascherina (in prima fila l’attrice Catherine Deneuve), accompagnata da Les Musiciens du Prince-Monaco guidati da Gianluca Capuano, la Bartoli regala due ore di spettacolo, emozioni e simpatia. Assistita da un cerimonioso valletto in costume, la cantante sta sempre in scena. Canta, balla, fuma un sigarillo, porta a spasso un finto uccellino, ammicca. Anche durante i brani orchestrali la vediamo mentre si trucca, cambia la parrucca, si cambia d’abito, si disseta. Il suo viaggio musicale ha come faro Händel e gli artisti del suo tempo, come Nicola Porpora, Johann Adolph Hesse, Georg Philipp Telemann, Antonio Vivaldi. Ma nei bis ecco anche l’omaggio alla canzone napoletana (Santa Lucia luntana) e un classico come Summertime.
È un one woman show, ma un’artista intelligente e generosa come la Bartoli lascia spazio a formidabili solisti come il flautista Jean-Marc Goujob, il trombettista Thibaud Robinne, l’oboista Rodrigo Lopez Paz, il violoncellista Robin Michael. Irresistibili le sfide all’ultima nota fra la voce della Bartoli, la tromba e l’oboe. Strepitosa la versione dell’aria di Cleopatra “V’adoro pupille” dal Giulio Cesare di Händel, in cui Cecilia Bartoli è omaggiata da due valletti che muovono lentamente dei flabelli.
“Questo è un concerto che parla di sentimenti e di emozioni, come deve fare la musica”, dice Cecilia Bartoli a fine concerto. Dopo Ravello lo spettacolo verrà portato a Lucerna, Salisburgo, Vienna e Zurigo.
Il Festival di Ravello prosegue fino al 13 settembre e ha in calendario ancora grandi artisti. Venerdì 21 agosto al magico Belvedere di Villa Rufolo la Budapest Festival Orchestra diretta da Ivan Fischer con il soprano Anna Prohaska. Il 23 agosto la pianista Martha Argerich con la figlia Annie (voce recitante), la pianista Theodosia Ntokou e il Quartetto d’archi del Teatro alla Scala. Il 1° settembre Riccardo Muti sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il soprano Rosa Feola. Il 5 settembre Daniele Gatti alla guida dell’Orchestra Mozart. Quest’anno il Belvedere di Villa Rufolo sembra proprio baciato dagli dei.