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martedì 17 settembre 2024
 
pasqua
 

Il messaggio Urbi et Orbi del Papa: «Arrivi la luce sulla Russia»

09/04/2023  L’appello di Francesco nel giorno di Pasqua: «Signore, apri i cuori dell'intera comunità internazionale perché si adoperi a porre fine alla guerra in Ucraina e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo». Il Pontefice prega per la Terra Santa, il Nicaragua e l’Africa piagata da povertà e terrorismo

La Terra Santa, l’Ucraina, la libertà religiosa in Nicaragua, il terrore che uccide in Africa. E i deportati, i migranti, i prigionieri politici e coloro che sono vittime di tratta, povertà e narcotraffico. Nel pensiero di Papa Francesco durante il Messaggio Urbi et Orbi (“Alla Città e al mondo”) di Pasqua ci sono tutti i Paesi del pianeta che in questo momento soffrono guerre, povertà, devastazioni.

Francesco alle 12 in punto si affaccia dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro, accolto dal saluto di circa centomila fedeli arrivati in piazza, e dal suono degli inni nazionali, vaticano e italiano. Accanto al pontefice, che legge il suo messaggio seduto, c’è il cardinale Ernest Simoni, 94 anni, albanese, che ha subito le vessazioni del regime comunista del suo Paese.

«Aiuta l'amato popolo ucraino nel cammino verso la pace, ed effondi la luce pasquale sul popolo russo», dice il Pontefice, «conforta i feriti e quanti hanno perso i propri cari a causa della guerra e fa’ che i prigionieri possano tornare sani e salvi alle loro famiglie. Apri i cuori dell'intera comunità internazionale perché si adoperi a porre fine a questa guerra e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo». Il pensiero di Francesco va ai popoli di quelle terre dove non è garantita la libertà di fede e dove i cristiani non possono dunque celebrare serenamente la Pasqua. Tra questi c'è il Nicaragua da dove è stato cacciato anche l'ambasciatore del Papa, dove ci sono vescovi in carcere e non hanno la possibilità di operare neanche le organizzazioni cattoliche umanitarie.

«Sostieni, Signore, le comunità cristiane che oggi celebrano la Pasqua in circostanze particolari, come in Nicaragua e in Eritrea», ricorda il Papa, «e ricordati di tutti coloro a cui è impedito di professare liberamente e pubblicamente la propria fede. Dona conforto alle vittime del terrorismo internazionale, specialmente in Burkina Faso, Mali, Mozambico e Nigeria». Nel cuore del Papa anche il Myanmar affinché possa «percorrere vie di pace e illumina i cuori dei responsabili perché i martoriati Rohingya trovino giustizia».

Il Papa invoca il Signore Risorto anche per «i rifugiati, i deportati, i prigionieri politici e i migranti, specialmente i più vulnerabili, nonché tutti coloro che soffrono la fame, la povertà e i nefasti effetti del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù. Ispira, Signore, i responsabili delle nazioni», prosegue, «perché nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità; perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica».

Il pensiero del Pontefice va anche alla Terra Santa, dove in questi giorni ci sono numerose tensioni e dove, venerdì scorso, c’è stato un attentato terroristico a Tel Aviv in cui ha perso la vita un giovane turista italiano: «In questo giorno ti affidiamo, Signore, la città di Gerusalemme, prima testimone della tua risurrezione», dice Bergoglio, «manifesto viva preoccupazione per gli attacchi di questi ultimi giorni che minacciano l'auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco, necessario per riprendere il dialogo tra israeliani e palestinesi, così che la pace regni nella Città Santa e in tutta la regione».

Francesco lancia un appello a tutta la comunità internazionale «perché si adoperi a porre fine a questa guerra», ha detto riferendosi all'Ucraina, «e a tutti i conflitti che insanguinano il mondo, a partire dalla Siria, che attende ancora la pace. Sostieni quanti sono stati colpiti dal violento terremoto in Turchia e nella stessa Siria. Preghiamo per quanti hanno perso familiari e amici e sono rimasti senza casa: possano ricevere conforto da Dio e aiuto dalla famiglia delle nazioni», ha aggiunto il Papa.

Poi il Pontefice ha citato il Libano «ancora in cerca di stabilità e unità», e la Tunisia con un pensiero ai «giovani e a coloro che soffrono a causa dei problemi sociali ed economici. Volgi il tuo sguardo ad Haiti, che sta soffrendo da diversi anni una grave crisi socio-politica e umanitaria», ha proseguito il Papa. «Consolida i processi di pace e riconciliazione intrapresi in Etiopia e in Sud Sudan, e fa’ che cessino le violenze nella Repubblica Democratica del Congo».

Il Papa ha poi rivolto i suoi auguri di pasqua a tutti i fedeli: «Vorrei dire a tutti, con la gioia nel cuore: buona Pasqua a tutti. Sia per ciascuno di voi, cari fratelli e sorelle, in particolare per gli ammalati e per i poveri, per gli anziani e per chi sta attraversando momenti di prova e di fatica, un passaggio dalla tribolazione alla consolazione».

Il Papa ha concluso il Messaggio Urbi et Orbi ripetendo per tre volte le parole di Cristo apparso dopo la resurrezione ai discepoli: «Pace a voi». Il Papa, come accade sempre a Pasqua, ha poi concesso l'indulgenza plenaria a quanti presenti in piazza e quanti collegati con i mezzi di comunicazione al messaggio Urbi et Orbi. Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che «le indulgenze sono la remissione davanti a Dio della pena temporale per i peccati già perdonati», cioè già confessati.

Prima del Messaggio Urbi et Orbi il Papa ha presieduto la Messa solenne del giorno di Pasqua sul sagrato della Basilica di San Pietro adornata a festa, in un tripudio di fiori. L’atmosfera è solenne. La celebrazione eucaristica è iniziata con il rito del Resurrexit. Il Vangelo viene proclamato sia in latino che in greco, secondo la tradizione bizantina, a testimoniare l’universalità del messaggio della Risurrezione di Cristo anche se i cristiani, per questioni storiche e di calendario, festeggiano la Pasqua in date diverse: il 9 aprile i cattolici e tra una settimana, il 16, i fedeli ortodossi.

Al termine della Messa, papa Francesco ha fatto un lungo giro in papamobile. Dopo aver salutato i fedeli presenti sulla piazza è arrivato su via della Conciliazione. Il Pontefice, dopo il ricovero al Gemelli, dal quale è stato dimesso il 1° aprile scorso, è riuscito a presiedere tutti i riti della Settimana Santa, eccetto la Via Crucis al Colosseo di venerdì sera a causa del troppo freddo che il Pontefice ha seguito da Casa Santa Marta.

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