L’ultimo videomessaggio forse da uomo libero di Silvio Berlusconi non presenta particolari sorprese. Due minuti dedicati alla crisi economica, poi il solito affondo sulla giustizia: magistratura politicizzata, incertezza del diritto, accanimento giudiziario, 50 processi, sentenza mostruosa (ma non definitiva, perché il perseguitato ricorrerà in Europa), giustizia braccio armato della sinistra. Poi la sinistra dell’invidia, del risentimento, dell’odio. Altro consumato canovaccio. Anche il fondale è sempre lo stesso dal famoso “scendo in campo”: le foto di figli e nipotini, la solita lampada, la solita libreria. Il solito cerone, i soliti capelli impomatati. Solo un po’ più tirato, gli occhi incavati che fissano la telecamera mentre la voce grida ripetutamente. “Sono innocente”..
E’ stato il Berlusconi di sempre quello che si è rivolto agli italiani invitandoli a “scendere in campo” a divenire “missionari di libertà” e a riprendere in mano la bandiera di Forza Italia. Un discorso chiaramente pre-elettorale che rivelava alcuni aspetti. “Decadenza o non decadenza” il leader del Centrodestra non si ritira (“non è il seggio che fa il leader”) e dunque guiderà la vita politica anche dagli arresti domiciliari o dai servizi sociali. Nonostante le tradizionali accuse alla sinistra, cui si contrappone da sempre e con cui è alleato nel Governo Letta, non stacca la spina. Almeno per ora. Terzo, il ricorso a Forza Italia, così come il famoso discorso del predellino in piazza San Babila, segna l’ennesima scrematura di quadri e dirigenti, una sorta di “rivoluzione culturale” che gli servirà, ancora una volta, a ridefinire l’assetto dei vertici della sua creatura. Il ritorno a Forza Italia, agli albori della sua creatura politica, i toni quasi messianici (“Sarò sempre con voi, Dio ha creato l’uomo perché sia libero”) servono a dare un soprassalto di nuova energia ai suoi sette milioni di elettori.
Ma quel che colpisce è che l’unica novità è il ritorno al passato. Un discorso che stride con le immagini della rotazione della Concordia, simbolo delle ritrovate o mai sopite virtù italiche, di cui abbiamo pieni gli occhi, quasi che la Concordia lui la voglia roteare in senso opposto per riadagiarla sugli scogli. Berlusconi per ora non stacca la spina al Governo. Ma promette di gettare la spugna. Quasi lanciasse un ultimo appello a chi potrebbe tirarlo fuori dai guai (Napolitano? Il Pd? Un’amnistia? La grazia?). Ma è parso un appello quasi patetico come il “Forza Italia” con la mano sul cuore gridato tre volte. Patetico, solitario y final…