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lunedì 16 settembre 2024
 
miti del rock
 

Pazzesco Mick Jagger, a 79 anni sul palco di San Siro infiamma lo stadio

22/06/2022  La testimonianza di chi era tra la folla entusiatsa al concerto dei Rolling stones. Mick, reduce del covid, dopo due ore e mezzo ancora si dimenava sul palco e incitava il pubblico

Ieri sera allo stadio di San Siro a Milano si è tenuto l’attesissimo concerto dei Rolling Stones, in forse fino all’ultimo poiché Mick Jagger aveva contratto il Covid. Ovviamente c’è stato il tutto esaurito e tra la folla urlante c’era anche Marta Converso, 37 anni, un lavoro nella raccolta fondi in una fondazione, una fan sfegatata dei Rolling Stones. «Ero già stata a tre loro concerti, due in Italia e uno a Londra, e sabato li andrò a rivedere ad Hyde Park, un luogo di elezione per le loro esibizioni dal vivo. Hanno quasi 80 anni e non è detto che faranno altri tour. Faccio parte del suo fan club, e per questo ho avuto lil diritto di prelazione sui biglietti che ho acquistato lo scorso marzo»
Marta è stata abituata dai loro genitori ad ascoltare la musica degli anni Settanta e i Rolling Stones sono diventati il suo gruppo preferito. «Certo, gli ultimi album non sono all’altezza dei primi, il mio preferito resta Exile on main street del 1972. Il concerto di ieri sera è stato il più bello, erano particolarmente in forma malgrado l’età. Hanno riproposto i loro brani classici con due sorprese: Out of time, che facevano per la prima volta in un concerto e Dead flowers, che non suonavano da tempo. Il pubblico era molto partecipe e Mick Jagger è bravissimo a scaldare le folle. Gridavamo, ballavamo, cantavamo, un’atmosfera elettrizzante Lui poi è davvero pazzesco: a 79 anni e dopo due ore e mezzo di concerto ancora dimenava il bacino in modo assurdo e anche la voce era forte e sicura».  
Jagger punta molto sulle sue performance fisiche, tanto da avere un coach e prendere lezioni di ballo. Lui è molto affezionato all’Italia ci viene spesso, e per tutto il concerto ha parlato in italiano, chiamando gli applausi e ricordando Charlie Watts, scomparso lo scorso anno “ci manca tantissimo”. Insieme a lui sul palco gli altri due storici componenti della band, Keith Richards “suo compagno delle elementari” e Ronnie Wood, oltre a diversi strumentisti e al coro. 

Sofia Raffagnato ha 23 anni e un lavoro amministrativo. anche lei in prima fila a San Siro. «Ho avuto il piacere e la fortuna di poter partecipare al mio primo concerto dei Rolling Stone. Il caso mi ha portata ad incontrare due giorni prima dell'evento una persona che vendeva un biglietto, così ho deciso di cimentarmi in questa nuova esperienza che mi resterà impressa nella memoria per la vita. Ho sempre ascoltato i Rolling Stone grazie alla libreria musicale di mio papà, nonostante io non sia mai stata una particolare amante del genere rock mi sono sempre piaciuti. Una volta iniziato il concerto mi ha stupita la grinta del pubblico e la capacità da parte della band di riempire il palco. E’ impressionante trovarsi davanti agli occhi le persone che hanno scritto la storia di un genere musicale, più li guardavo e più mi chiedevo come ci si potesse sentire ad essere dei pilastri della musica internazionale. Sono rimasta catturata dall’energia di Mick Jagger e dalla sua abilità di coinvolgere il pubblico in ogni parola e movimento. Il palco si è trasformato in un tripudio di colori, energia e storia grazie alle fotografie che venivano proiettate sui grandi schermi. Quando Jagger ha raccontato del loro primo concerto a Milano, avvenuto più di quarant’anni fa, mi sono resa conto della fortuna che avevo a poter assistere a una loro esibizione a pochi metri di distanza da me: li immaginavo in giro per il mondo davanti a persone di ogni genere ed etnia, ad unire tutti attraverso la loro musica.  L’emozione più grande è stata percepire la sintonia tra tutti i membri della band, era palpabile ed è proprio quella che, secondo me, ha reso i Rolling Stone ciò che sono oggi». 

Chiara Amma Tommasini Callas è una libraia di Macerata in trasfera a Milano per il concerto: «Ero di fronte a un pezzo di storia della musica... È stato un onore ascoltarli, un onore pensare che alla loro età ancora si sorprendano del calore del pubblico. Mi sono sentita fortunata! Non dimenticherò mai Mick Jagger...per me era la prima volta dal vivo;lui è una specie di divinità, un satiro. Lui danza sul palco, salta e corre sulla passerella e il vento lo segue, anzi si alza per lui per scompigliargli i capelli! E poi quel cuore aperto quando hanno detto "è il nostro primo tour senza Charlie e ci manca tantissimo"...che bellezza. Sono davvero entusiasta,anche perché ho portato con me mio figlio di 10anni; so di avergli regalato qualcosa di unico!»

Anna di Cagno, giornalista di 40 anni, ama i Rolling stones da quando ne ha 14 e al concerto ci è andata da sola: «Se è vero che Ron e Keith stanno un pochino “acaruati”, come si dice dalla mie parti, lui no. Mick ha una tenuta fisica incredibile, un corpicino elastico e flessuoso da ragazzino, non un filo di pancia, gambette nervose e snelle, e si muove… Cavoli, si muove con una morbidezza, una leggerezza che mi è venuto da pensare che così si nasce, punto. Che ancheggiava allo stesso modo già all’asilo, quando la maestra gli insegnava a cantare “Ci sono due coccodrilli e un orangotango…”, che cammina in quel modo unico e sexy anche quando esce dalla doccia o va in cucina a prendersi uno yogurt. Sì, di faccia è messo male, ed è pieno di rughe e quando gli scappa una delle sue linguacce storiche fa un po’ paura, ma evidentemente se ne frega, diversamente da tanti coetanei che si stirano».

 
 
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