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venerdì 04 ottobre 2024
 
dossier
 

Pedofilia, arrestato in Vaticano ex addetto della nunziatura di Washington

07/04/2018  Mandato di cattura per monsignor Capella, ora detenuto in una cella della gendarmeria

La notizia è stata data dal bollettino della sala stampa vaticana. Questa mattina, su proposta del promotore di giustizia, il giudice istruttore del Tribunale del Vaticano ha emesso un mandato di cattura a carico di monsignor Carlo Alberto Capella, ex funzionario della Nunziatura di Washington. Il provvedimento è stato eseguito dalla Gendarmeria della Santa Sede. Diplomatico di alto profilo, ex officiale della sezione per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, monsignor Capella era già in stato di restrizione presso il Collegio dei Penitenzieri in attesa di giudizio.

Ora il prelato è stato trasferito in una cella della caserma del Corpo della Gendarmeria vaticana, a disposizione dell'autorità giudiziaria. L'arresto giunge al termine di un'indagine del Promotore di Giustizia per possesso di materiale pedopornografico.

Nella nota del bollettino vaticano si legge che «il Giudice Istruttore ha ordinato il provvedimento sulla base dell’articolo 10, commi 3 e 5, della legge VIII del 2013».  

Il comma 3 prevede che «chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui ai commi precedenti, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, trasmette, importa, esporta, offre, vende o detiene per tali fini materiale pedopornografico, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro duemilacinquecento a euro cinquantamila». Il comma 5 che «nei casi previsti dai commi 3 e 4, la pena è aumentata ove il materiale sia di ingente quantità». 

La vicenda di Capella era emersa il 15 settembre scorso quando si è venuto a sapere che il Promotore di Giustizia vaticano aveva aperto un fascicolo nei confronti del diplomatico in servizio presso la nunziatura di Washington dopo che lo scorso 21 giugno il Dipartimento degli Stati Uniti aveva notificato il possibile reato, dopo la rogatoria della polizia canadese per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.  

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