Si è ricominciato da Lourdes, «tradizionalmente luogo della protezione contro la malattia e dove, idealmente, abbiamo voluto portare tutto il mondo della salute». Don Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi parla di «gratitudine e speranza» perché si è riusciti a organizzare, dal 24 al 27 agosto, il consueto pellegrinaggio della diocesi di Roma. «Non era scontato anche se, con il cardinale vicario ci eravamo detti pronti ad andare anche soltanto noi due in modo simbolico se non ci fossero state le condizioni per una partecipazione maggiore. Invece siamo partiti in 184 compresi 45 sacerdoti tra parroci e collaboratori parrocchiali». Giornate intense che saranno replicate, a ottobre a Fatima, l’altro santuario mariano che è nel cuore di tutti i fedeli.
Un modo per «ricominciare appunto, con un atteggiamento che è innanzitutto di gratitudine perché iniziare di nuovo è una cosa bella e non scontata».
Rispettate tutte le disposizioni di sicurezza e con qualche iniziale timore, «perché proprio alla vigilia della nostra partenza c’è stato un incremento dei contagi soprattutto in Francia» ricorda don Remo, «ma le adesioni non sono venute meno. In fondo questa parte è stata anche la meno impegnativa perché conosciamo e applichiamo tutti i protocolli sanitari. Più impegnativo è invece il cammino del ricominciare. Impegnativo per la società e, dunque, anche per la Chiesa, per le nostre comunità parrocchiali», continua l’amministratore.
Il cardinale vicario Angelo De Donatis, che ha presieduto il pellegrinaggio, ha svolto le sue meditazioni giornaliere proprio su questo tema del nuovo inizio, di un «cammino pieno di fiducia e di speranza, da riprendere sapendo che quello che ci aspetta sarà una realtà non identica a quella che abbiamo lasciato».
E allora, in una Lourdes diversa dal solito «perché mancavano le grandi celebrazioni, la processione aux flambeaux, la santa messa internazionale, le grandi folle», aggiunge don Giovanni Biallo, che di solito si occupa dei pellegrinaggi biblici ed ecumenici, ma che a Lourdes è andato da pellegrino. «È vero che mancavano le bellissime liturgie, gli eventi tradizionali. Ma questo ci ha consentito di concentrarci ancora di più sulla preghiera, di scendere nel profondo, di esaminare il nostro rapporto con il Signore. Abbiamo pregato insieme e da soli, sacerdoti e laici, stando sempre nei pressi della Grotta».
Occasione per il clero diocesano di ritrovarsi dopo che la pandemia aveva annullato quasi tutti i momenti di confronto, il pellegrinaggio è stato «come un ritorno a casa», continua don Giovanni, «perché la maternità di Maria ci chiama e di quella maternità abbiamo tutti bisogno per vivere anche la vita sacerdotale. Non sappiamo ancora come sarà il mondo, ma quello che è chiaro è che avrà bisogno, tantissimo, della presenza di Dio»
«Durante il lockdown, e lo abbiamo visto anche durante il pellegrinaggio», conclude don Savino Lombardi, responsabile dell’opera romana pellegrinaggi per il settore mariano, «è la ripresa dell’affidamento a Maria. Parlando con tanti pellegrini è emerso proprio questo bisogno di mettersi sotto la protezione della Madonna, non solo per una paura immediata del covid, ma per una riscoperta della maternità di Maria».
Il tutto senza paura, ma anzi con una «serenità, sia dei giovani che delle persone più anziane, dei laici come dei sacerdoti, che mi ha colpito. Una serenità che viene anche dal cercare orizzonti nuovi in questa realtà che stiamo vivendo. Non sappiamo cosa accadrà, in alcuni momenti navighiamo a vista. Ma, avendo fede, coltiviamo, affidandoci al Signore e sotto il manto di Maria, questo dono della speranza che ci fa andare oltre».
Sergio Destito, responsabile della comunicazione dell’Opera romana pellegrinaggi aggiunge che «il buon esito del pellegrinaggio a Lourdes, come ha sottolineato Don Remo, non era affatto scontato. C’erano tante ansie e perplessità che ci hanno indotto a rivedere più volte l’organizzazione prima della partenza ma alla fine, grazie a Dio e grazie a Maria, siamo partiti fiduciosi e la nota frase che ancora si legge sui balconi, lungo le vie delle nostre città: “Andrà tutto bene”, si è concretizzata!». I pellegrini, dice ancora Destito, «sia i laici che i religiosi, hanno sottolineato due elementi determinanti nella decisione di affrontare il viaggio. Da un lato il desiderio di ringraziare Maria per essere riusciti ad arrivare a Lourdes, malgrado tutto, dall’altro il profondo convincimento di affidare nuovamente a Lei la propria vita, quella dei propri cari e delle proprie comunità».
E infine, aggiunge Sergio Destito, «il buon esito del pellegrinaggio Diocesano a Lourdes ha dimostrato che se si rispettano le norme sanitarie previste per contrastare la diffusione e il contagio del Covid-19, si può viaggiare con una certa serenità. In questa prospettiva di prudenza e accortezza mi sento dunque di incoraggiare e invitare le persone a prenotarsi per i prossimi pellegrinaggi in programma a Lourdes e a Fatima. Le rispettive date sono indicate sul sito web e sui social dell’Opera Romana Pellegrinaggi».