Il nuovo governatore della Pennsylvania Tom Wolf.
«Soggetta all’errore, costosa e tutt’altro che infallibile». Così il neoeletto governatore della Pennsylvania Tom Wolf ha definito la pena di morte, annunciando la moratoria delle esecuzioni.
Subito si sono levate le critiche dei sostenitori dell’omicidio di Stato, a cui ha risposto con forza Mamie Norwood, il cui marito è stato ucciso da uno dei beneficiari della sospensione. «Smettetela di chiedere la vendetta», ha detto la donna, «e vergognatevi di usare il nome di noi parenti».
Sono 18 gli Stati degli Usa che hanno abolito la pena capitale, 8 sono in regime di moratoria.
Con la scelta per la vita della Pennsylvania, gli Stati americani in moratoria de facto salgono a 8 su 32 mantenitori, mentre gli abolizionisti sono 18 (più il District of Columbia e Porto Rico). Tuttavia, la decisione dell’Unione europea del 2011 di vietare l’esportazione di pentotal e pentobarital, i barbiturici che negli Usa venivano utilizzati per le iniezioni letali, sta dando i suoi frutti. Il 30 gennaio, l’Ohio ha rinviato tutte le esecuzioni al 2016, perché ha bisogno di più tempo per garantire un nuovo cocktail di farmaci, in sostituzione di quello che lo scorso anno uccise Dennis McGuire dopo atroci sofferenze. A febbraio, anche le autorità del Texas, che detengono il primato americano di 521 esecuzioni dal 1982, sono state colpite dalla penuria: avevano a disposizione pentobarital solo per due iniezioni sulle sei previste entro fine aprile. La prima dose è stata usata per il messicano Manuel Vasquez l’11 marzo.
Nel frattempo gli Stati mantenitori studiano metodi alternativi. Lo Utah ha approvato il ritorno al plotone e alla fucilazione, mentre in Oklahoma, dove la Corte Suprema ha sospeso le esecuzioni quando un “cocktail sperimentale” ha impiegato 43 minuti a uccidere un detenuto, è stata proposta l’asfissia. «Viene messa una maschera – spiegano i sostenitori - e si pompa azoto al posto di ossigeno».
George Stinney, giustiziato nel 1944. L'anno scorso i giudici della Sud Carolina hanno ammesso pubblicamente l'errore.
Dal 1973, 3.194 sentenze di morte sono state annullate
Il 17 marzo, la Corte Suprema dell’Arizona ha ordinato di liberare dal braccio della morte Debra Milke, che vi era reclusa da 23 anni; secondo il Death Penalty Information Center, dal 1973 sono 151 i condannati rilasciati in tutti gli Stati Uniti.
Uno dei casi più famosi è però del 1944, quando il quattordicenne George Stinney ricevette la scossa letale tra gli applausi di gioia del pubblico. La sedia elettrica era troppo grande per la stazza del ragazzino, tanto che misero un grosso elenco telefonico per adattarne la seduta. Il 17 dicembre 2014, i giudici della Sud Carolina hanno ammesso di fronte ai parenti: scusate, ci eravamo sbagliati.
Per la nuova sentenza, quell’omicidio di Stato appartiene alla storia del razzismo americano, che anche oggi continua ad uccidere maggiormente gli afroamericani e ad offrire minori protezioni e garanzie ai neri. La settantottenne sorella di George, Amie Ruffner, si è commossa all’annullamento della condanna: «Ricorderò per sempre», ha detto, «quel giorno in cui hanno portato via mio fratello da casa. Non ho mai più visto mia madre ridere».
Recentemente il Washington Post ha analizzato tutte le condanne alla pena capitale dal 1973, l’anno in cui fu introdotto l’attuale regolamento federale, alla fine del 2013, quando i bracci della morte detenevano 2.979 persone. Quante sono state? 8.466, ma le esecuzioni sono state “solo” 1.359, cioè il 16%. Con 3.194 sentenze annullate, i condannati a morte hanno tre volte più possibilità di vedere la loro condanna rovesciata in appello, rispetto all’evenienza di essere uccisi.
Tra giudici che ribaltano e riscrivono le decisioni dei colleghi, si può capire come il rischio di uccidere innocenti sia più che reale.
Dove si giustizia e dove no
Stati mantenitori della pena di morte: 24
Alabama, Arizona, Colorado, Delaware, Florida, Georgia, Idaho, Indiana, Louisiana, Mississippi, Missouri, Montana, Nebraska, Nevada, North Carolina, Ohio, Oklahoma, South Carolina, South Dakota, Tennessee, Texas, Utah, Virginia, Wyoming.
Stati mantenitori della pena di morte ma in moratoria de facto: 8
New Hampshire, Kansas, Oregon, Arkansas, Kentucky, Washington, California, Pennsylvania.
Stati abolizionisti: 18, a cui vanno aggiunti Porto Rico e il District of Columbia
Alaska (dal 1957), Connecticut (2012), Hawaii (1957), Illinois (2011), Iowa (1965), Maine (1887), Maryland (2013), Massachusetts (1984), Michigan (1846), Minnesota (1911), New Jersey (2007), New Mexico (2009), New York (2007), North Dakota (1973), Rhode Island (1984), Vermont (1964), West Virginia (1965), Wisconsin (1853).