In questi giorni ho seguito un po’ di più i programmi tv. Con tristezza e rammarico ho constatato una grande disfatta… sembra che i valori della nostra cultura, anche cristiani, definiti dai Papi “irrinunciabili”, siano scomparsi. Su Rai1 in una popolare trasmissione si parla di una coppia omosessuale – due maschi – che convivono da 30 anni. Le espressioni della conduttrice: «Oh che bello, che bravi… che bella famiglia con i vostri tre figli!». Non pone però la domanda centrale: come avete fatto voi ad avere tre bambini? In un’altra trasmissione la conduttrice si scandalizzava perché un parroco in chiesa ha detto che l’aborto è grave quanto o più della pedofilia. Una giovane donna ha detto che la pedofilia, è peggio perché uccide l’anima del bambino! In verità, l’aborto uccide addirittura il bambino! Viene da chiedersi che mondo feroce e incivile senza solidi valori vogliamo lasciare alle prossime generazioni?
ANTONIETTA MORANDI
Cara Antonietta, ho dovuto sintetizzare gli esempi, ma il concetto è chiaro: a partire dalle trasmissioni più popolari e apparentemente innocue si sta instillando una cultura contro la vita. Dimenticando i più deboli e indifesi, e cioè i bambini, che hanno diritto a un padre e a una madre, e prima ancora a nascere. Questa mentalità corrente è sempre più diffusa. Ma è inaccettabile che queste trasmissioni siano a senso unico. Perché non sentire la madre biologica dei tre gli della coppia omosessuale, per esempio? Forse sarebbe stato troppo chiaro che era stata ridotta a un oggetto per la riproduzione? Mi chiedo che cosa si può fare, oltre a non guardare trasmissioni spazzatura. Scandalizzarsi e basta non serve. Oltre a denunciare, bisogna soprattutto testimoniare una cultura della vita, dal concepimento alla morte, senza dimenticare tutta la parte intermedia (e cioè difendendo i poveri, i deboli, gli sfruttati, ecc.). Una testimonianza che abbia tratti concreti, come viene dimostrato dall’impegno del Movimento per la vita, o dalle attività della Caritas e di altre organizzazioni solidali.