A partire da aprile circa 7 milioni di
lavoratori hanno iniziato a ricevere
dall’Inps, per posta, la cosiddetta
busta arancione, che contiene il riepilogo
della loro situazione previdenziale e
la stima della futura pensione. L’iniziativa
riguarda i lavoratori dipendenti del settore
privato, i commercianti e gli artigiani,
nonché i lavoratori iscritti alla Gestione
separata che ancora non abbiano richiesto
all’istituto le credenziali per accedere al
servizio on line “La mia pensione”.
Questi soggetti potranno trovare nella
busta un prospetto del loro estratto conto
contributivo con indicata la data di pensionamento
e del suo importo a quel momento.
Altro dato rilevante è la stima del tasso
di sostituzione che esprime il rapporto
percentuale tra la prima rata di pensione
e la retribuzione o il reddito d’impresa al
momento del pensionamento.
Le informazioni contenute nella busta
arancione non hanno alcun valore certificativo,
anzi, l’Inps invita i destinatari a veri-ficarne la correttezza e a segnalare anomalie
o inesattezze attraverso i canali indicati.
Anche le valutazioni sulla decorrenza, la misura
della pensione e il tasso di sostituzione
hanno un valore indicativo, poiché fatte a
normativa vigente e basate su proiezioni a
retribuzione costante, senza poter tenere
conto di eventi futuri (cessazioni, variazioni
retributive, aumenti, part-time eccetera)
che possano incidere sull’attività lavorativa
o sui criteri di calcolo delle prestazioni. Per
gli stessi motivi, le simulazioni non tengono
conto di eventuali riscatti, ricongiunzioni,
accrediti di contribuzione figurativa
che l’assicurato ha facoltà di attivare.
La busta arancione è in continuità con
il servizio on line “La mia pensione”, mediante
il quale l’istituto ha inteso stimolare
nei lavoratori una maggiore conoscenza
e consapevolezza dei propri scenari
previdenziali futuri. In aggiunta, l’invio
della busta fa parte di un progetto ancora
più ampio, condiviso con l’Agenzia per l’Italia
digitale, con cui si vuole incentivare
l’utilizzo dei canali telematici nei rapporti
con la Pubblica amministrazione.
In particolare, la lettera invita l’utenza
ad accedere ai servizi informativi Inps attraverso
il Sistema pubblico di identità
digitale (Spid), con cui i cittadini e le imprese
possono usufruire dei servizi delle
Pubbliche amministrazioni e delle imprese
aderenti con un’unica identità digitale,
evitando così il moltiplicarsi di password e
utenze. Per accedere allo Spid gli utenti devono
prima rivolgersi ai soggetti gestori
di identità digitale (attualmente Infocert,
Poste e Tim) che, nel rispetto delle regole e
dei criteri di sicurezza emessi dall’Agenzia,
sono tenuti a vericare i dati del richiedente,
a fornire le credenziali di accesso e a gestire
l’autenticazione degli utenti.