Fin da bambini, ci ricorda papa Francesco affacciato in piazza San Pietro per il Regina Caeli prendendo spunto dal Vangelo di Giovanni, «impariamo quanto è bella questa esperienza. Agli amici offriamo i nostri giocattoli e i doni più belli. Poi, crescendo, da adolescenti confidiamo loro i primi segreti, da giovani offriamo lealtà, da adulti condividiamo soddisfazioni e preoccupazioni. Da vecchi condividiamo i ricordi, le considerazioni, i silenzi di lunghe giornate».
Ecco noi per Gesù siamo proprio questo: «amici. Persone care, al di là di ogni merito e ogni attesa, alle quali tende la mano e offre il suo amore, la sua Grazia, la sua Parola con noi amici condivide quello che ha di più caro, tutto quello che ha udito dal Padre fino a farsi fragile. Per noi si mette nelle nostre mani senza difese e senza pretese perché ci vuole bene. Il Signore ci vuole bene come amico, ci vuole così. Vuole il nostro bene e ci vuole partecipi del suo».
Di seguito l’intervento integrale.
Cari fratelli e sorelle buongiorno
oggi il Vangelo ci parla di Gesù che dice agli apostoli “Non vi chiamo più servi, ma amici”. Cosa significa questo? Nella Bibbia i servi di Dio sono persone speciali a cui egli affida missioni importanti come ad esempio Mosè, Re Davide, il profeta Elia fino alla Vergine Maria. Sono persone nelle cui mani Dio pone i suoi tesori. Ma tutto questo non basta secondo Gesù per dire “chi siamo noi per lui”. Non basta, ci vuole di più per capire chi siamo noi per Gesù, qualcosa di più grande che va al di là dei beni e degli stessi progetti, ci vuole l’amicizia.
Fin da bambini impariamo quanto è bella questa esperienza. Agli amici offriamo i nostri giocattoli e i doni più belli. Poi, crescendo, da adolescenti confidiamo loro i primi segreti, da giovani offriamo lealtà, da adulti condividiamo soddisfazioni e preoccupazioni. Da vecchi condividiamo i ricordi, le considerazioni, i silenzi di lunghe giornate.
La Parola di Dio nel libro dei Proverbi ci dice che “profumo e incenso allietano il cuore e il consiglio dell’amico addolcisce l’animo”. Pensiamo un momento ai nostri amici e alle nostre amiche e ringraziamone il Signore. L’amicizia non è frutto di calcolo e neanche di costrizioni. Nasce spontaneamente quando riconosciamo nell’altro qualcosa di noi e se è vera l’amicizia è tanto forte che non viene meno neanche di fronte al tradimento. “Un amico vuol bene sempre” afferma ancora il libro dei Proverbi. Un amico vuol bene sempre come ci mostra Gesù quando a Giuda che lo tradisce con un bacio dice: “amico, per questo sei qui?”. Un vero amico non ti abbandona nemmeno quando sbagli. Ti corregge, magari ti rimprovera, ma ti perdona e non ti abbandona.
Oggi Gesù nel Vangelo ci dice che noi per lui siamo proprio questo: amici. Persone care, al di là di ogni merito e ogni attesa, alle quali tende la mano e offre il suo amore, la sua Grazia, la sua Parola con noi amici condivide quello che ha di più caro, tutto quello che ha udito dal Padre fino a farsi fragile. Per noi si mette nelle nostre mani senza difese e senza pretese perché ci vuole bene. Il Signore ci vuole bene come amico, ci vuole così. Vuole il nostro bene e ci vuole partecipi del suo.
E allora chiediamoci: che volto ha per me il Signore? Il volto di un amico o di un estraneo? Mi sento amato da lui come una persona cara? Qual è il volto di Gesù che testimonio io agli altri, specialmente a quelli che sbagliano e hanno bisogno di perdono? Maria ci aiuti a crescere nell’amicizia con suo figlio e a diffonderla intorno a noi.
saluti finali
Nei saluti finali papa Francesco ha rivolto un augurio «ai fratelli e sorelle delle Chiese ortodosse e di alcune chiese cattoliche orientali che, oggi, secondo il calendario giuliano, celebrano la Santa Pasqua. Il Signore risorto colmi di gioia e di pace tutte le comunità e conforti quelle che sono nella prova. A loro, Buona Pasqua!».
Ha assicurato una preghiera «per la popolazione dello stato del Rio Grande do Sul (Brasile, ndr) colpita da grandi inondazioni. Il Signore accolga i defunti, conforti i familiari e quanti hanno dovuto lasciare la loro casa».
Ha salutato i fedeli di Roma e da diverse parti d’Italia e del mondo. In particolare: i pellegrini provenienti dal Texas, dall’arcidiocesi di Chicago e da Berlino. Gli studenti della scuola Saint-Jean de Passy di Parigi, il gruppo Human Life International. Le bande musicali «avete suonato tanto bene e spero continuiate a suonare un po’!» ha detto. I cittadini di Livorno «che da tempo attendono la bonifica dei territori più inquinati».
Ha rivolto un saluto alle nuove guardie svizzere e ai loro familiari «in occasione della festa di questo storico e benemerito corpo». All’associazione Meter «impegnata nel contrasto di ogni forma di abuso sui minori, grazie per il vostro impegno e continuate con coraggio nella nostra attività».
E ha concluso: «Per favore continuiamo a pregare per la martoriata Ucraina che soffre tanto e per Palestina e Israele, che ci sia la pace. Affinché il dialogo tra loro si rafforzi e porti frutti buoni. No alla guerra e sì al dialogo».
Foto di copertina, Vatican Media