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lunedì 07 ottobre 2024
 
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Per i 90 anni di Famiglia Cristiana, tavola rotonda sul ruolo sociale dello sport. Ecco perché

11/10/2022  Dove va lo sport? È ancora un modello per i bambini che lo guardano? Giovedì 20 ottobre a Milano Beppe Bergomi, Riccardo Cucchi e Gian Paolo Ormezzano, tra amarcord e riflessione, si confrontano sul tema "Diventare campioni, restare umani".

Scrive Papa Francesco: «"Non sapete che nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo". Questo è l’invito (tratto dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi ndr), a mio avviso molto bello, a mettersi in gioco, ovvero non guardare il mondo dalla finestra di casa. Ancora San Paolo, quando sta parlando all’amico Filemone, sembra confessarsi dicendo: "Corro perché conquistato" (Fil 3,12). Questo passaggio è ancora più affascinante. Infatti, nessun atleta corre tanto per correre. Ogni atleta, ogni campione corre come attratto da un qualcosa, una sorta di bellezza che attira a sé colui che inizia a inseguirla. Del resto, qualunque cammino nella vita prende inizio da un fascino che attrae». 

Basterebbero queste parole, contenute nella prefazione al libro Non è solo fatica, è amore, in uscita oggi per San Paolo a firma di Dario E. Viganò e Valerio A. Cassetta, per  spiegare a chi si stupisce per quale ragione il 20 ottobre 2022, alle 18.30 all’Auditorium San Paolo, di via Giotto 36 a Milano, Famiglia Cristiana ha scelto di celebrare una tappa dei suoi 90 anni parlando di sport attorno a una tavola rotonda composta da Beppe Bergomi, campione del mondo sul campo con l’Italia 1982 a 18 anni, scusate se è poco; Riccardo Cucchi per anni voce di Tutto il calcio minuto per minuto e Gian Paolo Ormezzano, firma sportiva storica di Fc, moderati da Elisa Chiari. Il titolo dell’incontro “Diventare campioni, restare umani”, mette insieme le anime sedute al tavolo: Beppe Bergomi, colonna dell’Italia e dell’Inter, è certo l’unico a poter spiegare come si faccia a toccare il cielo dei propri sogni così giovani e a non perdere la testa. Gli altri due hanno osservato e raccontato lo sport per una vita da testimoni, scegliendo con cura le parole.

Lo sport è un esperanto, che parla a tutti, un linguaggio senza barriere in cui ci si identifica in modo emotivo, il “come” però fa tutta la differenza del mondo: l’emotività può degenerare nel becero da curva, fino al limite della violenza fisica, o restare emozione e diventare memoria collettiva e persino esempio, paradigma di vita. Se Gian Paolo Ormezzano ha condiviso con Famiglia Cristiana oltre mezzo secolo di sport raccontato dalle sue pagine e può testimoniarlo, Riccardo Cucchi, con la sua voce misurata e sicura, attraverso i microfoni di Radio Rai ha insegnato a molti l’equilibrio, il garbo, con imparzialità e correttezza: solo quando, dopo 38 anni, ha deposto il microfono ha confessato un cuore laziale, perché nessuno fin lì se n’era accorto. L’incontro è l’occasione per interrogarsi sullo sport – non solo sul calcio - come laboratorio e paradigma sociale, per domandarsi come stia cambiando e se sia ancora capace di rappresentare il modello che i bambini guardano e che i nostri ospiti hanno incarnato vivendo e raccontando.

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