Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 12 settembre 2024
 
Legge di Stabilità
 

Per i più poveri non c’è un euro

22/11/2014  Si tratta di soli 10 milioni di euro, una cifra piccola in una manovra finanziaria, ma enorme per milioni di affamati. Eppure la Legge di Stabilità intende tagliarla. Per le associazioni, un duro colpo.

Nel giorno in cui Papa Francesco dice alla Fao: «C’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi», in Italia si taglia il fondo per l’acquisto dei  beni alimentari per i più bisognosi, il Fead.

Tradotto, con la Legge di Stabilità al vaglio del Parlamento in questi giorni, a rimetterci rischiano di essere le associazioni, come il Banco Alimentare e tante mense per gli indigenti.

Si taglia insomma sul cibo ai poveri, a meno di sei mesi dall’Expo con l’impegnativo titolo “Nutrire il pianeta”. La scure sui pacchi alimentari passa da un cavillo tecnico, “solo” una riorganizzazione della spesa secondo i tecnici delle Finanze: il sostegno alimentare contro la povertà passa dal Ministero delle Politiche agricole a quello delle Politiche sociali. Peccato che nel frattempo i soldi per finanziare il Fead spariscano e il Fead stesso non venga ricostituito.

Tra l’altro, le risorse in questione sono di 10 milioni di euro, una cifra piccola in una manovra finanziaria, ma enorme per milioni di affamati. Come il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali avrebbe utilizzato i fondi? Risponde il viceministro Andrea Olivero: «Da un lato per comprare alimenti, dall’altro per agevolare l’incontro fra la disponibilità di fresco e freschissimo in eccesso e chi ha bisogno, attraverso un’opera di sensibilizzazione della grande distribuzione». Cioè per evitare che derrate alimentari in scadenza vengano buttate e sprecate, ma siano invece destinate a onlus, mense e Banco alimentare.

Andrea Olivero annuncia battaglia contro al decisione: «È sbagliato non tutelare il fondo per l’indigenza: va rifinanziato e incardinato presso le Politiche agricole». Il viceministro, che pur sottolinea come già prima si agisse in coordinamento con i colleghi del Welfare, aggiunge: «Il ministero delle Finanze ritiene il tema non più di nostra competenza. Invece è un errore, perché il Ministero è delle Politiche agricole ma anche “alimentari”. L’alimentazione dei cittadini, anche dei più poveri, è di nostra competenza. La lotta allo spreco, poi, permette di realizzare un duplice obiettivo: combattere l’inquinamento e aiutare coloro che si trovano in condizioni di povertà assoluta, un milione e mezzo dei quali sono minori».

Quest’ultimo dato citato dal viceministro, riferito al 2013, spiega quanto sia urgente e strategica una politica alimentare attenta agli affamati: nel 2011, i minori in povertà assoluta in Italia erano 723 mila, meno della metà. Del resto, secondo l’ultimo rapporto Istat di luglio, la povertà alimentare assoluta e quella relativa riguardano 6 milioni e 20 mila persone, un decimo degli italiani senza cibo e beni primari. Secondo l’Unicef, il 16% delle famiglie con bambini, una volta ogni due giorni, non è in grado di garantire ai figli un pasto sostanzioso.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo