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lunedì 07 ottobre 2024
 
il libro
 

«Silvia ha bisogno della nostra voce»

15/06/2019  Sono passati quasi sette mesi da questa sciagurata sera, quando Silvia Romano fu rapita. Angelo Ferrari, giornalista dell’Agi, pubblica un e-book nel quale ripercorre, in forma di diario quotidiano, gli accadimenti di questi lunghi 216 giorni. Non solo per far sapere tutto ciò che è accaduto finora. Non solo per dare una nuova scossa “alle coscienze dell’opinione pubblica”. Ma anche perché il momento dell’agognata liberazione si avvicini sempre più

Si legge tutto d’un fiato “Silvia. Diario di un rapimento”, l’e-book pubblicato da Angelo Ferrari sul sequestro ­– purtroppo ancora in corso – della giovane milanese avvenuto in Kenya il 20 novembre 2018. Già, 20 novembre 2018, 216 giorni fa, quasi sette interminabili mesi, per lei, per la sua famiglia, per i tanti italiani che continuano ad attendere ogni giorno la notizia della liberazione.

La copertina dell'e-book di Angelo Ferrari pubblicato dall'editore People.
La copertina dell'e-book di Angelo Ferrari pubblicato dall'editore People.

Angelo Ferrari, per l’Agenzia di stampa Agi ha seguito il caso fin dal primo giorno. Lo conosce a fondo, ma soprattutto ne partecipa fin dal primo giorno. Il libro, edito da People (può essere scaricato gratuitamente al link https://www.peoplepub.it/silvia-romano), è scritto in forma di diario quotidiano. Inizia con la sciagurata data del 20 novembre, il giorno nel quale tre persone prelevarono con la forza Silvia Romano dalla sua abitazione nel villaggio di Chakama, a ottan­ta chilometri dalla città di Malindi, e termina – per ora – nella data simbolica del 21 aprile 2019, giorno di Pasqua.

 

Un racconto serrato, narrato momento per momento, che permette non solo di ripercorrere il continuo alternarsi di speranze e delusioni che ha accompagnato finora questa vicenda, ma di entrare anche, nel profondo, delle indagini, dei protagonisti, di questa remota parte del Paese africano, che pur così vicino alla notissima località turistica di Malindi, è tuttavia mondo lontanissimo dal mare e dalle vacanze del Kenya, fatto di fazzoletti di territorio abitati da gruppi etnici diversi e da foreste quasi inaccessibili.

Perché farne un libro ora, quando il sequestro è ancora in corso, quando la sospirata parola “liberazione” non è ancora stata pronunciata, per la giovane Silvia Romano? Lo spiega nell’introduzione la giornalista Antonella Rampino: “Dov’è Silvia Romano? Che cosa ci dice di noi, cosa racconta dell’Italia, a mesi e mesi dal suo rapimento, questa domanda? Cos’è questo ricorrente interrogarsi muto e vuoto su una persona inghiottita prima nelle foreste dall’altro capo del mondo, e poi dal silenzio nel mondo che lei abitava ogni giorno? Che cos’è questo sentimento che si insinua come uno spillo ogni mattina nella memoria o nel cuore, che punge e poi si ri­trae in un pensiero sconfortato e indolente: tanto anche oggi non vi sarà alcuna nuova, e anche se ci fosse nessuno ce la direbbe?”. “In questo libro”, continua Antonella Rampino, “il giornalista Angelo Ferrari, che segue il caso dall’inizio, ricostruisce in forma di diario e in maniera completa e minuziosa i giorni lunghissimi da quello del sequestro, avvenuto alle ore 20 del 20 novembre 2018”.

 

Alla stessa domanda – perché farne un libro ora, quando il sequestro è in corso? – risponde con forza lo stesso autore, Angelo Ferrari: “Ora è giunto il momento di par­lare. Di dire come stanno davvero le cose. Questo diario ha questo valore simbolico. Intende scuotere dal torpore le autorità che dovrebbero dire una parola chiara. Ha il compito, nemmeno tanto simbolico, di scuotere le coscienze anche dell’opinione pubblica, che non può restare silente e inat­tiva di fronte al desiderio degli amici, del­la famiglia di Silvia e di tutti noi di poterla riabbracciare al più presto, di rivedere il suo sorriso tra di noi. Tutti, in questi lun­ghi mesi, hanno tenuto fede alla richiesta di mantenere un profilo basso per ‘non intral­ciare le indagini’. Il tempo è scaduto. Non si può più tacere. Il silenzio non ha più ra­gione d’essere, perché è un tacere che porta sulla via dell’indifferenza. Silvia, invece, ha bisogno della nostra voce. Di tutta la nostra voce, di tutte le voci che è possibile mettere insieme”.

 

Sì, dopo 216 giorni, è venuto il momento di mettere insieme tutte le voci che è possibile mettere insieme perché Silvia Romano, finalmente, torni a casa.

 

“Silvia, Diario di un rapimento” presto diventerà anche volume cartaceo. L’autore e l’editore annunciano fin d’ora che i proventi saranno devoluti in beneficenza.

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