Possiamo accendere la luce e la tv e tenere in funzione tutte le industrie del nostro Paese solo con la forza di sorella acqua, fratello sole e fratello vento? Sembra una follia, mentre è esattamente quello che è accaduto una domenica d’estate, lo scorso 16 giugno, quando per un paio d’ore le rinnovabili hanno soddisfatto il 100% della domanda elettrica nazionale.
Ė la prima volta che accade. A registrarlo il Pun (Prezzo Unico Nazionale) che deriva dal sistema di aste in cui si vende all'ingrosso, in tempo reale, l'elettricità prodotta dai vari operatori. Quella domenica, giornata soleggiata e ventosa e con una buona scorta d'acqua per l'idroelettrico, l'energia pulita ha soddisfatto l'intera domanda facendo crollare il prezzo.
Per capire cosa è successo bisogna spiegare che le rinnovabili sono sempre offerte a prezzo zero perché non ci sono costi di combustibile da coprire, ma di solito soddisfano solo una quota del mercato. In questa stagione, e nelle ore centrali della giornata, è più alta anche la produzione di fotovoltaico e l'offerta di energia pulita calmiera i prezzi. Secondo l'Irex Annual Report 2013, curato dalla società di ricerca Althesys, il fotovoltaico, già nel 2012 ha permesso di abbassare di 1,4 miliardi di euro il prezzo dei consumi elettrici nella fascia più calda della giornata. Entro il 2030 il nostro Paese potrebbe risparmiare, grazie alle fonti rinnovabili, una cifra complessiva compresa tra i 19 e i 49 miliardi di euro. L'ampia forbice dipende dalle politiche che il governo italiano saprà mettere in campo nei prossimi anni ponendo fine, si spera, al clima di incertezza che ha ultimamente portato a ridurre gli investimenti nel settore.
Il record delle fonti rinnovabili del 16 giugno non è un caso isolato: nel mese di giugno (dati Terna) le fonti pulite hanno generato il 50,2 per cento dell’elettricità italiana, coprendo il 44,3 per cento della domanda. In un anno (confrontando giugno 2012 con giugno 2013) la quota delle fonti rinnovabili sulla produzione netta è passata dal 38,2 per cento al 50,2 per cento, mentre i consumi complessivamente sono diminuiti del 6,2 per cento. Mentre fotovoltaico, eolico e idroelettrico fanno registrare livelli record di produzione, la produzione termoelettrica crolla (-22,8 per cento), con impianti a gas e - dato parzialmente inedito - anche a carbone, in netto calo.
I dati di giugno sono peraltro la conferma di una tendenza registrata finora lungo tutto il primo semestre del 2013. Con una produzione in calo del 4,1 per cento, il comparto termoelettrico ha registrato una contrazione del 16,3 per cento mentre idroelettrico (+37,9 per cento), eolico (+31,4 per cento) e fotovoltaico (+15,2 per cento) sono cresciute significativamente, rappresentando il 41 per cento della produzione nazionale (+9,6 per cento rispetto al 2012).