Il mare è un bene comune. È uno scrigno da cui possiamo attingere innumerevoli tesori, ma è anche un equilibrio fragile, di cui siamo chiamati ad aver cura. Ce lo ricordano, proprio in questi mesi, i ragazzi dei Fridays For Future, allarmati e giustamente indignati nel vedere gli ecosistemi marini trasformati in discariche liquide, infestate da plastica e rifiuti di ogni genere. E, non a caso, “Il mare bene comune” è anche il motto dell’edizione 2019 di Slow Fish, grande appuntamento dedicato alla pesca sostenibile, ai prodotti e alla biodiversità del mare. Fino a domani (domenica 12 maggio) 100 delegati e 100 espositori da tutto il mondo si ritrovano a Genova, protagonisti di un ricco programma con oltre 200 eventi in grado di coniugare piacere del cibo e attenzione per l’ambiente. L’evento è organizzato da Slow Food, l’associazione internazionale fondata da Carlo Petrini che si batte per una cultura del cibo “buono, pulito e giusto”.
Prima ancora che un grande evento, Slow Fish è un modo di pensare e di agire, ma soprattutto è una rete, che coinvolge oltre 10.000 persone, sparse in 147 comunità di 113 Paesi. L’appuntamento genovese intende innanzi tutto dare visibilità a questo mondo frastagliato e affascinante di prodotti, tradizioni e antiche pratiche di pesca. I gourmet vi possono trovare numerose attrattive, gironzolando nel grande mercato ittico e poi, magari, spostandosi nelle cucine di strada, nei Food Truck (furgoni del cibo) e nei chioschi con le specialità regionali. C’è perfino una “piazza delle birre”, corollario di un buon pranzo a base di pesce. Ma nella filosofia di Slow Food il gusto va a braccetto con l’etica. Così, alcuni dei chioschi regionali hanno approfittato delle degustazioni per introdurre temi d’attualità. E’ il caso della Campania, che ha proposto una serie di incontri per parlare di legalità nel piatto e in mare. Tema ripreso anche da pizzaioli, panettieri e pasticceri, che, per l’occasione, hanno voluto abbinare le loro prelibatezze ai sapori marini. Ecco allora la pastiera con l’acqua di mare nell’impasto.
Non solo. Come dicevamo, Slow Fish significa anche attenzione per l’ambiente. Dunque, l’incontro tra delegati della rete, aziende e pescatori è l’occasione per condividere alcune buone pratiche legate al mare. Ad esempio, nei giorni scorsi è stato presentato Apepak, un particolare involucro per alimenti ecosostenibile e riutilizzabile. Dalla sensibilità della rete Lifegate arriva invece il SeaBin (letteralmente “cestino del mare”), uno strumento che può essere usato da chiunque e che consente di raccogliere i rifiuti galleggianti. E’ la dimostrazione che anche i piccoli gesti, specialmente quando si diffondono e diventano patrimonio condiviso, possono avere un enorme valore. Per i pescatori, sono stati anche illustrati progetti più specifici per permettere di portare a terra i rifiuti trovati in mare. Tra le novità dell’edizione 2019 va segnalata la Slow Fish Arena, un punto d’incontro dove, per tutta la durata della manifestazione, si intesse un dialogo tra visitatori, pescatori, cuochi ed esperti.
Per maggiori informazioni https://slowfish.slowfood.it