Durante la Messa il celebrante prega per i defunti «che si sono addormentati nella speranza della resurrezione». In che senso “addormentati”? GIORGIO D.
Il filosofo Lessing, in un suo scritto dedicato alle rappresentazioni antiche della morte, dice che la morte e il sonno sono fratelli gemelli. Il dormire è quindi metafora del morire e il termine “cimitero” significa etimologicamente “dormitorio”. In corrispondenza di tale metafora, per la risurrezione si parla di “risveglio”, sicché il risorto è colui che viene svegliato dal sonno della morte per vivere la vita nuova. Se teniamo conto del carattere metaforico di queste espressioni, come quella che ritroviamo nella liturgia, ci rendiamo conto che con esse non intendiamo affatto negare quella che teologicamente si denomina “escatologia intermedia”, ossia l’esistenza nell’aldilà delle persone dal momento della loro morte individuale fino al giudizio universale e finale. Si tratta comunque di una situazione di passaggio, caratterizzata dall’attesa della pienezza di vita che la risurrezione comporta. Per la fede cristiana questa pienezza allo stato attuale è propria solo del Cristo risorto e della Madre di Dio, assunta in cielo con il suo corpo verginale.